Supplente per 20 anni rifiuta l' immissione in ruolo perché la sede è lontana da casa
Dopo oltre due decenni di supplenze non se l’è sentita a 65 anni di entrare in ruolo lontano da casa. Fa scalpore la storia di una maestra di scuola dell’Infanzia, raccontata dal Messaggero Veneto e ripresa dalla stampa specialistica: la protagonista è una donna di Pordenone, a cui è stata proposta l’assunzione a tempo indeterminato in un istituto scolastico di Udine, distante circa 50 chilometri. La donna non avendo la patente di guida ha declinato l’offerta, per non rivoluzionare la propria vita, e ha deciso di continuare a essere precaria, a questo punto probabilmente fino alla pensione. “Dispiace rinunciare al sogno di una vita professionale ma a 65 anni i sacrifici richiesti, partire all’alba e tornare al tramonto, non si reggono. La priorità è la salute”, ha detto la docente.
“Queste storie fanno male alla scuola e ai suoi studenti, che continuano ad avere un’altissima percentuale di insegnanti precari, oltre ai supplenti a vita che ne sono protagonisti - commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – : viene da chiedersi come mai chi governa la scuola non se ne faccia carico. In generale, per evitare di fare il supplente per 20 anni basterebbe inserire il doppio canale di assunzioni, come abbiamo anche chiesto in questi ultimi giorni in vari decreti all’esame del Parlamento, con immissioni in ruolo direttamente da Gps prima e seconda fascia, pure su posto comune”.
“Per quanto riguarda le cattedre da mettere a disposizione dei neo-assunti, come anche per la mobilità del personale già di ruolo, quindi trasferimenti, utilizzazioni e assegnazione provvisorie, ricordo che è assurdo avere oltre 100 mila cattedre senza titolare, soprattutto su sostegno, senza titolare ma collocate nell’organico di fatto. Se avessimo avuto solo un organico di diritto – conclude il presidente Anief Marcello Pacifico - la collega di Pordenone avrebbe probabilmente avuto la possibilità di sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato nella sua città, senza essere costretta a spostarsi a Udine e alla fine pure declinare perché a 65 anni certe scelte sono impossibili da praticare”.
Anief ricorda, come ribadito la scorsa settimana durante la scuola estiva del giovane sindacato contraddistinto da intense giornate di studio, che la sua politica in difesa dei lavoratori è sempre stata incentrata sulla lotta alla precarietà e ha prodotto tanti risultati: dal contenzioso partito dalla Corte di giustizia europea alla procedura d’Infrazione aperta nove anni fa in Europa, senza dimenticare le svariate denunce al Comitato dei diritti europei sociali e la raccomandazione del Comitati dei ministri del Consiglio d’Europa, che obbliga il nostro Paese a legiferare sul precariato della PA e in particolare su quello della Scuola che detiene le percentuali maggiori di supplenti.
di CLAUDIO CASTAGNA
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