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Docente aggredito due volte in una settimana: “Non tornerò più in classe”

L’ultimo episodio di aggressione si è verificato all’interno dello spogliatoio della palestra, il docente ha chiesto a due suoi studenti di lasciare lo spogliatoio poiché..."

Un insegnante dell’Istituto Zerboni di Torino è stato aggredito per ben due volte in pochi giorni. L’ultimo episodio è avvenuto nello spogliatoio della palestra, dove il docente aveva semplicemente chiesto a due studenti di rientrare in classe per essere interrogati in diritto. In risposta, ha ricevuto un pugno al volto da uno degli alunni, mentre l’altro lo ha aggredito verbalmente: «Nessuno può dirci cosa fare». Il professore, soccorso in codice verde, ha poi deciso di non voler più tornare in classe.

Ma non si tratta di un caso isolato. Lo stesso docente era già stato preso a calci e schiaffi pochi giorni prima. E all’interno dell’istituto si segnalano altri episodi inquietanti: un ragazzo avrebbe provocato una fiammata al primo piano usando uno spray e un accendino, mentre un altro avrebbe minacciato una docente.

I docenti sono sconfortati da queste situazioni perché hanno ben chiara l’inefficacia delle misure disciplinari che vengono attuate nei confronti di questi studenti e affermano: “vedono che le loro azioni non hanno conseguenze e continuano”. I docenti dicono di sentirsi «in trincea» e «disarmati». Perché ormai «queste aggressioni e minacce sono all’ordine del giorno». Tra le nuove forme di aggressione c’è anche la spettacolarizzazione del gesto: alcuni studenti filmano le violenze e le pubblicano sui social in cerca di visibilità, trasformando la scuola in un teatro dell’assurdo. Nonostante tutto, il vicepreside Michele Pastore invita a non generalizzare: «Lo Zerboni non è solo questo. Ci sono anche 550 studenti che vogliono prendere le distanze da questi comportamenti».

Il tema della violenza nelle scuole è sempre al centro di numerosi dibattiti, proprio il 4 marzo 2024 è stata approvata dal Parlamento la legge n° 25 a tutela del personale scolastico, introducendo modifiche al codice penale. Sono previste pene più severe, in particolare se l’aggressore è un genitore o tutore. L’articolo 336 punisce con la reclusione da sei mesi a cinque anni chi usa violenza contro pubblici ufficiali, mentre l’articolo 341 bis prevede da sei mesi a tre anni per l’oltraggio. Eppure, molti insegnanti si chiedono: basteranno le leggi a riportare il rispetto dentro le aule scolastiche? O serve qualcosa di più profondo, che rimetta al centro l’educazione, il senso del limite, il ruolo della scuola e quello della famiglia?


di Natalia Sessa

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