DOCENTE AGGREDITA DA UN RAGAZZO TUNISINO NEL CORTILE DELLA SCUOLA, SUL GRAVE ATTO È INTERVENUTO ZAIA: "SERVONO PENE CERTE E PROPORZIONATE"
- La Redazione
- 26 apr
- Tempo di lettura: 2 min
"È inaccettabile la facilità con la quale questi giovani hanno fatto irruzione in un ambiente che dovrebbe essere protetto e per nulla esposto a rischi e pericoli. L’ambiente scolastico dovrebbe..."

Nel cortile di una scuola media situata nel quartiere Arcella, a Padova, una docente è stata aggredita da un ragazzo di origini tunisine. Procedendo con ordine: un gruppo di giovani, tutti di origini nordafricane, ha fatto irruzione nell’area scolastica, creando scompiglio.
Una docente, accortasi della situazione, ha iniziato a scattare alcune foto con il cellulare per documentare gli atti di violenza che stavano avvenendo tra i membri del gruppo. Notando di essere stato fotografato, uno dei ragazzi, un giovane tunisino, si è avvicinato furiosamente all’insegnante, l’ha spinta e le ha fatto cadere il cellulare.
Un passante, testimone dell’aggressione, ha subito allertato la polizia, che è intervenuta prontamente, procedendo all’arresto del ragazzo.
L'aggressore, 18 anni, già conosciuto dalla polizia per spaccio di droga e aggressione a mano armata, risulta anche irregolare sul territorio nazionale. Il giovane ora si trova al centro di permanenza di Gradisca d’Isonzo in attesa di espulsione dallo stato Italiano. La donna fortunatamente non ha riportato lesioni ed ha sporto denuncia nei confronti del Tunisino.
A seguito di questo ennesimo episodio di violenza, è intervenuto anche il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dichiarando: “Tutto questo è inammissibile. Non possiamo permetterlo. Pene certe e proporzionate”. La gravità dell’accaduto mette in evidenza due aspetti fondamentali: la carenza di sorveglianza nelle aree scolastiche e la scarsa tutela del personale scolastico. È inaccettabile che dei giovani riescano a penetrare con tale facilità in un ambiente che dovrebbe essere sicuro e protetto, esponendo a rischi tanto i docenti quanto gli studenti. La scuola deve rappresentare un luogo di tutela e serenità per minori, insegnanti, collaboratori e operatori.
di NATALIA SESSA
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