
Chi governa la scuola continua a produrre norme per ridurre le spese sul sostegno a discapito degli studenti con disabilità: con “5 mila docenti di sostegno in meno l’anno” si realizza “una riduzione dei costi delle finanze pubbliche di 182 milioni di euro l’anno. Questo è l’obiettivo dichiarato dal legislatore”. Lo sostiene Walter Miceli, avvocato specializzato in legislatura scolastica. “La quantificazione delle ore di sostegno in base a range predefiniti è il cuore del decreto interministeriale 182/2020, ma è una misura ragionieristica, ovvero guarda solo al risparmio delle casse statali”, ha detto Miceli in diretta su Orizzonte Scuola Tv dedicato al PEI. “La nuova modalità - ha spiegato Miceli – era stata sanzionata pesantemente dal Tar Lazio che aveva evidenziato l’assenza delle linee guida sul profilo di funzionamento. Ma non soltanto. Le critiche si erano concentrate sul fatto che questa quantificazione introduceva un automatismo che non aveva nessuna finalità didattica o pedagogica ma una finalità economica, ovvero la riduzione progressiva del numero di insegnanti di sostegno”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “lo Stato continua a farsi cogliere impreparato dinanzia all’incremento di alunni disabili passati dal 2% al 4% rispetto al totale. Anziché aumentare la spesa, si specializzano pochissimi docenti, senza tenere conto dei territori dove c’era maggior bisogno di didattica speciale. Inoltre, si è continuato ad assumere in ruolo con parsimonia. E a tenere in vita decine e decine di migliaia di posti in deroga, con scadenza 30 giugno, quindi non utili alle stabilizzazioni. È una politica, all’insegna della precarietà e della mancata specializzazione, che sta compromettendo il diritto allo studio e che crea i presupposti per un numero sempre più alto di presentazione, da parte delle famiglie, di ricorsi gratuiti per la mancanza di ore e cattedre di sostegno”.
“Le associazioni di categoria, quasi tutte, hanno protestato contro questa modalità di assegnazione delle ore di sostegno. E questo è un bene”, ha aggiunto il legale Walter Miceli, che ha anche fatto notare: questo “automatismo fra una certificazione sanitaria, ovvero il profilo di funzionamento, e la determinazione delle ore di sostegno, è in aperta contraddizione con le premesse da cui era partita la nuova configurazione” di un modello di PEI su base ICF, “cioè svincolare le ore di sostegno dall’accertamento sanitario. In questo modo si crea una sorta di vincolo, un annullamento della discrezionalità”. Non solo: “se si vuole modificare la quantificazione delle ore, sforando i range, bisogna chiedere l’Unità Multidisciplinare per la revisione del profilo di funzionamento. Il che è inattuabile, non ci sarebbero i tempi”, ha evidenziato Miceli.
“Tutto questo, sotto la minaccia della responsabilità per danno erariale”, ha avverte l’esperto in legislazione scolastica. Si tratta di una misura insoddisfacente. Il tentativo che si dovrà compiere è far ripensare questo modello. I range saranno applicati fra maggio e giugno, quando si dovranno riunire i GLO per la verifica finale. Abbiamo un margine di tempo per ottenere un ripensamento da parte del Ministero”, ha concluso Walter Miceli.
di CLAUDIO CASTAGNA
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