Tamaro: i bambini e i giovani devono conoscere il male per comprendere il bene e crescere liberi. Educare significa affrontare le difficoltà con coraggio e consapevolezza.
- La Redazione
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“Edulcorare l'infanzia è un crimine”: Susanna Tamaro spiega perché i bambini devono affrontare il male per sviluppare resilienza e consapevolezza...

Le nuove generazioni, spesso protette da genitori eccessivamente presenti, si ritrovano a dover affrontare il mondo con un carico di aspettative troppo alto e, paradossalmente, senza gli strumenti per gestirlo. In un'epoca in cui il benessere dei bambini è diventato un obiettivo prioritario, non sempre è compreso che la crescita psicologica e emotiva non può avvenire senza il confronto con la realtà, anche quella più difficile. La scrittrice Susanna Tamaro, durante un'intervista a La Stampa, ha espresso un concetto che mette in discussione molte delle convinzioni moderne sull'educazione.
“Se c’è un tipo di scrittura in cui si avverte la censura è quella per bambini e per i giovani. L’imperativo è non dire nulla che turbi. Questa bonifica dell’infanzia e della prima adolescenza è criminale: i bimbi e i giovani hanno bisogno del male, del turbamento, non di una realtà edulcorata in cui tutti fanno i girotondi, la vita non è così,” afferma la Tamaro.
Il cuore del discorso di Tamaro è chiaro: i bambini e i giovani devono affrontare la realtà del "male", per comprendere in modo autentico il "bene". Questo non significa esporli a pericoli inutili o eccessivi, ma permettere loro di affrontare la sofferenza, l'errore e la frustrazione, elementi fondamentali per sviluppare una sana resilienza. Solo quando i bambini e i giovani imparano a gestire il dolore e le difficoltà, possono diventare adulti equilibrati, capaci di rialzarsi dopo ogni caduta.
Questa riflessione si collega al concetto di educazione emozionale, che è sempre più centrale nei dibattiti contemporanei. Le generazioni cresciute in ambienti troppo protettivi rischiano di non sviluppare la capacità di affrontare situazioni difficili.
L'assenza di una "scuola della vita", dove l'esperienza diretta diventa maestra, non consente di maturare quella consapevolezza che porta alla crescita personale e al miglioramento. Il suo messaggio è chiaro e incisivo: la crescita sana dipende dalla capacità di affrontare le difficoltà con coraggio, senza temere il fallimento.
Il percorso scolastico della stessa Tamaro, come raccontato dalla scrittrice, evidenzia quanto l’esposizione a difficoltà, giudizi e critiche possa essere fondamentale per un'esperienza formativa.
“Andavo malissimo. Volevo fare la zoologa, ma commentavano: ‘Non capisci niente, al massimo farai la commessa.’ Finii alle Magistrali ma, allora, da lì non potevi andare in una facoltà scientifica. Anni dopo presi il diploma del Classico con le serali e provai a iscrivermi a Scienze naturali; a quel punto, però, le mie condizioni erano così difficili che non ce l’ho fatta.” Le sue parole rivelano l’importanza di affrontare e superare le difficoltà come parte essenziale del percorso di crescita.
Oggi, il ruolo di genitori e insegnanti diventa ancora più cruciale. Educare significa fornire strumenti concreti per affrontare la vita, permettendo ai bambini di incontrare le difficoltà in modo costruttivo. La protezione eccessiva può sembrare un atto d'amore, ma spesso risulta dannosa nel lungo periodo. L’educazione che lascia spazio al "male" – inteso come confronto con la realtà, il fallimento e la delusione – è quella che prepara i bambini a essere adulti capaci, liberi, pronti a fronteggiare le sfide della vita.
In definitiva, educare non vuol dire nascondere il mondo dai bambini, ma guidarli nell'apprendere a viverlo pienamente, con consapevolezza e coraggio. Solo così si garantirà una crescita sana, una crescita che non tema di cadere, ma che sappia sempre come rialzarsi.
di La Redazione
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