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SCUOLA, ACCESO IL DIBATTITO SUL RIENTRO IN PRESENZA NELLE CLASSI

INIZIA AD AUMENTARE LA MAGGIORANZA IN FAVORE DELLA DAD PER 2 SETTIMANE


Fari puntati sulla questione del ritorno a scuola in presenza, ma intanto alcuni esponenti politici iniziano ad appoggiare la linea dei dirigenti scolastici.


Per il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, la scuola può riaprire in presenza e in totale sicurezza: "è stata fatta un'attenta valutazione, con un lungo confronto, sono state prodotte linee guida che consentiranno la ripresa della scuola in sicurezza.

È verosimile che questa variante Omicron che aumenterà ancora i casi rappresenti il canto del cigno della pandemia, credo che siamo alle battute finali. La pandemia si trasformerà presto in endemia".

Lo stesso, ricorda che da un lato è vero che a scuola i contagi possono avvenire con più facilità perché sono ancora pochi gli studenti vaccinati, ma i danni sono assai inferiori: l’utilizzo delle mascherine, il distanziamento e quarantena aiutano a tenere la situazione sotto controllo.



Decisamente di un’altra idea il presidente della fondazione Gimbe, Cartabellotta: “È evidente che quello che stanno chiedendo i presidi, ovvero utilizzare queste due settimane per potenziare la vaccinazione, è ragionevole. Però due settimane di Dad senza nessun intervento di incremento delle coperture vaccinali in queste fasce d'età può lasciare il tempo che trova. È evidente che con questa circolazione virale sarà molto difficile mantenere le classi in presenza. Questo periodo natalizio doveva essere utilizzato per investire al meglio nella comunicazione e nella vaccinazione di tutta la fascia 5-19 anni che avrebbe ripreso le scuole".


Si schiera con Cartabellotta anche Guido Rasi, consulente del Commissario per l'emergenza Covid Figliuolo ed ex direttore esecutivo dell'Agenzia Europea dei medicinali (Ema): "due settimane di Didattica a distanza sarebbero molto importanti. Perché oggi siamo a 200mila casi sottostimati, immaginiamo tra una settimana cosa vedremo. Se non facciamo due settimane adesso dovremo fare una cosa frammentata per i prossimi tre mesi".


Al momento non ci resta che attendere e monitorare l’evoluzione della questione, con l'auspicio che venga presa la decisione migliore per poter tutelare la salute degli studenti e di tutti i dipendenti scolastici.


di VALENTINA ZIN


contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it




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