L’ esperienza teatrale ha una valenza pedagogica alquanto rilevante
Arriva da Pierpaolo Rosati, docente, dirigente scolastico e ispettore, la proposta didattica di portare il teatro a scuola, ispirandosi a un classico della letteratura: Amleto, in modo da poter lavorare sulle competenze linguistiche, relazionali, espressive e creative.
È lo stesso Pierpaolo Rosati a reinterpretare l’ opera di Shakespeare. Si tratta di un lavoro che può essere svolto tranquillamente in classe, anche tenendo conto del Piano scuola d’ estate, che prevede laboratori teatrali tra le varie attività.
L’esperienza teatrale ha una valenza pedagogica alquanto rilevante. La memorizzazione della parte, che l’attore è chiamato a sostenere, rappresenta uno studio di precisione: uno stile di apprendimento troppo presto tralasciato, in quanto la tecnologia consente di accedere alle informazioni della rete, anche se a volte inaffidabili e superficiali. Vi è poi l’interpretazione del personaggio: lo scavo interiore e la ricerca di una personalità tutta da ricostruire, che comporta introspezione, riflessione sul sé, capacità di autoanalisi. Al tempo stesso, la pratica teatrale è un’attività progettuale, intenzionale e partecipata, che prevede il diretto coinvolgimento individuale.
Sul piano didattico, il Teatro scolastico rappresenta, dal suo canto, un modello esemplare di laboratorio: un laboratorio trasversale, con implicazioni metodologiche e metacognitive; soprattutto, qualcosa di verificabile sul palcoscenico e di fronte al pubblico.
Le competenze da sviluppare sono molteplici: linguistiche, espressive, relazionali, socializzanti e tecnico-pratiche (per un allestimento scenico).
Si tratta di una proposta di facile attuazione che risulta essere molto significativa e stimolante per gli studenti. Ci si auspica che in ambito scolastico si possa registrare un incremento di proposte come questa.
di ISABELLA CASTAGNA
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