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PETIZIONE DI STUDENTI PER ABOLIRE LA PROVA SCRITTA DI ITALIANO ALL'ESAME DI STATO

Contraria Flc Cgil e l’associazione Proteo Fare Sapere


Sono oltre 30mila tra maturandi e insegnanti che hanno firmato una petizione su Change.org per chiedere al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi di sospendere, anche quest’anno, le prove scritte all’esame di Stato, lasciando soltanto il maxi-orale. Contrari a questa iniziativa, invece, FLC CGIL e Dario Missaglia, presidente nazionale dell’associazione Proteo Fare Sapere. Entrambi, in una nota congiunta sostengono che: “Sarebbe un errore accogliere la proposta di abolire la prova scritta di lingua italiana nell’esame di Stato. Per alcuni organi di stampa la proposta è un impoverimento dell’offerta formativa dei giovani studenti all’ultimo anno delle scuole superiori.



Altri sostengono di abbandonare l’idea della scrittura del tema da vivere come premio narcisistico o come una prova difficile e inutile, per coglierla invece quale occasione per ricostruire e strutturare al meglio il pensiero mediante l’esercizio della scrittura al termine di un lungo percorso di studi”. “Comprendiamo il disagio e la tensione di tanti studenti”, scrivono in una nota il segretario generale della FLC CGIL, Francesco Sinopoli e il presidente dell’associazione professionale Proteo Fare Sapere, “che si avviano a concludere la secondaria superiore dopo oltre due anni in cui la scuola ha dovuto pagare il prezzo della pandemia.

E uno di questi proveniva dalla decisione di sostituire la parte scritta dell’esame di Stato con una tesina da compilare a casa. Non è la stessa cosa – sottolineano Sinopoli e l’associazione Proteo Fare Sapere - Lo sviluppo e l’apprendimento della lingua è infatti un processo che investe la persona fin dalla prima infanzia e ne segna lo sviluppo lungo tutto il corso della vita. Pensieri, emozioni, passioni, valori, vivono nelle forme che assumono attraverso la lingua scritta e parlata. Scrivere, ancor più, sottende riflessione, rielaborazione, adattamento e cura dei pensieri in ragione dei diversi contesti/testi comunicativi”.

Pertanto, concludono i due sindacalisti, “sarebbe un errore accogliere la proposta di abolire la prova scritta di lingua italiana nell’esame di Stato, pur avvertendo il disagio di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi, creato soprattutto da tanti mesi di didattica a distanza. È a questo disagio che bisogna rispondere e c’è ancora il tempo utile per farlo. Stando vicini agli studenti con un progetto non solo di sicurezza sanitaria ma anche di aiuto e sostegno psicologico e didattico, offrendo loro un potenziamento di quelle attività importanti per giungere con maggiore sicurezza e tranquillità all’appuntamento conclusivo. Questo – concludono - è l’impegno che l’amministrazione deve assumere per rispondere alle richieste degli studenti e alla preoccupazione di tanti docenti”.

di MARIA SQUILLARO





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