L’allarme lanciato da Confcommercio. Dal 2009 al 2019 il reddito pro capite è sceso del 25%
Da uno studio di Confcommercio risulta che dal 2008 al 2019 i libero professionisti sono cresciuti dell'89% (+10% nel 2019 rispetto al 2018). Quelli non iscritti a ordini professionali sono 429.000 e lavorano per il 98,9% nei servizi di mercato.
Tra liberi professionisti ordinistici e non ordinistici - nel 2019 in totale rappresentavano oltre 1 milione e 400 mila lavoratori - se ne sono persi almeno 40 mila.
Secondo l'indagine di Confconmmercio, resa nota nell’ambito del convegno “Professioni Restart: la ripartenza fra opportunità e criticità”, alla crescita numerica non ha corrisposto quella dei redditi: infatti, se il reddito complessivamente generato da queste professioni è cresciuto di oltre il 40% nel periodo 2009-2019, quello pro capite è diminuito di oltre il 25% fermandosi a poco più di 15.900 euro.
Si tratta di professionisti del settore ambiente e sicurezza, amministratori di condominio, wedding planner, professionisti dell’ICT, designer, consulenti aziendali, formatori, professionisti del wellness, optometristi e guide turistiche. Più della metà della categoria svolge attività scientifiche e tecniche ad elevata specializzazione che tra il 2008 e il 2019 sono cresciute del 71,6%.
A registrare i più forti incrementi nello stesso periodo sono le attività complementari dei servizi alla persona, dall’istruzione +237,7% all’assistenza sociale +139%, al tempo libero +119%.
Secondo Confcommercio, se il settore non riprende, sarà difficile tornare ai livelli occupazionali pre-crisi. r
Una soluzione, per Confcommercio Professioni, potrebbe arrivare da un equo compenso per le prestazioni professionali e, per uscire dall’emergenza della pandemia, la rateizzazione straordinaria del debito fiscale accumulato e politiche attive mirate per la riqualificazione professionale.