Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi lascia il posto ad un nuovo successore
Le dimissioni del Presidente del Consiglio segnano la fine del mandato di Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione, a poche settimane dall’approvazione della riforma del reclutamento e formazione docenti.
Nelle prossime settimane vedremo se si concluderanno i decreti attuativi previsti dalla legge 76, che avrebbero dovuto completare la riforma.
La fine del mandato di Patrizio Bianchi mette in bilico anche altre riforme previste dallo stesso, a partire dalla sua idea di riforma della scuola media e degli istituti tecnici e professionali.
Il Ministro dell’Istruzione verrà ricordato anche per dichiarazioni che hanno fatto infuriare il personale scolastico, come quella sulla formazione degli insegnanti sul digitale:
“In Italia, in 4-5 anni, dobbiamo riaddestrare 650mila insegnanti per andare incontro ad insegnamento adeguato al futuro digitale e all’interconnessione globale che si è ormai prospettato”.
Ma saranno ricordate anche belle dichiarazioni come quella della “scuola affettuosa”:
“La scuola deve essere affettuosa, fare ritrovate a tutti la bellezza di vivere con gli altri ma deve anche essere rigorosa, perché affettuosa? È una scuola che si fa carico di tutti e permette a tutti di arrivare a fondo; Se, ad esempio, tu hai preso quattro hai più bisogno degli altri di essere aiutato, perché ci sono dei problemi. Una scuola che non lasci correre. Perché in questa fase la scuola è più importante che mai, con l’insegnante come adulto di riferimento e con gli alunni che devono essere un gruppo, non un branco”.
di CARLO VARALLO
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