Cgil, Flc e Fp, in un comunicato stampa congiunto evidenziano il loro disaccordo
Il sindacato evidenzia che nella lettura del Def, i prossimi contratti dei lavoratori del settore pubblico dovrebbero essere finanziati dalla revisione della spesa pubblica.
“La ripartizione tra i Ministeri e le aree di intervento saranno individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (entro il 31 maggio) su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri”.
Cgil, Flc e Fp parlano di una vera e propria “beffa per quel mondo del lavoro che quotidianamente garantisce servizi e diritti fondamentali ai cittadini”.
“Finora – sottolineano Cgil, Flc, Fp – la revisione della spesa nel nostro Paese si è realizzata attraverso due leve: il blocco della contrattazione e il blocco del turn over. Poche altre misure hanno consentito risparmi evidenti”. “Queste politiche – proseguono – hanno prodotto, per diversi anni, un arretramento nelle retribuzioni medie, già inferiori rispetto a quelle di altri Paesi europei, nonché una riduzione dell’occupazione stabile, ormai da cinque anni sotto i tre milioni di dipendenti con delle gravi emorragie in alcuni comparti”. “Riproporre queste stesse misure in una fase di emergenza occupazionale e salariale significa – avvertono Cgil, Flc, Fp – colpire, ancora una volta, il mondo del lavoro pubblico con le conseguenti ripercussioni sul sistema dei servizi”.
Tale impostazione è ritenuta negativa dal sindacato, non solo per i lavoratori ma per le reali possibilità di crescita del Paese.