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LA FIGURA DEL TUTOR PER IL DOCENTE NEO-IMMESSO IN RUOLO

L’azione della figura tutor si esplicita in tre attività


Il docente che viene immesso in ruolo deve superare l’ anno di prova, in questo percorso il docente è affiancato da un docente tutor che ha il compito di seguirlo nella sua attività scolastica.


La riforma del modello dell’anno di formazione, così come è stata introdotta dal DM 850/2015 e confermata nel suo impianto strutturale dal DM 226/2022, introduce quale paradigma formativo l’attività di supervisione professionale tra docenti, prevedendo, per ciascun insegnante neo-immesso in ruolo, l’accompagnamento da parte di un tutor con il compito di accoglierlo nella comunità professionale, favorendo “la sua partecipazione ai diversi momenti della vita collegiale della scuola” ed esercitando “ogni utile forma di ascolto, consulenza e collaborazione per migliorare la qualità e l’efficacia dell’insegnamento” (Art.12 DM226/2022).

L’azione del tutor si esplicita almeno in tre attività fondamentali:

  • la formulazione del Bilancio iniziale delle competenze;

  • l’osservazione reciproca in classe (attività di peer to peer) e la sua rielaborazione critica;

  • il documento di sintesi del percorso annuale di formazione che viene presentato al Comitato di valutazione.

Il tutor è inoltre chiamato a presentare in sede di Comitato di valutazione l’approfondimento didattico, il lavoro di formazione e la partecipazione alla vita della scuola compiuti dal docente neoassunto, in quanto è la persona, che avendo accompagnato tutte queste tappe, è in grado di evidenziare il valore del docente che ha affiancato in termini di crescita professionale e di contributo alla comunità educante e si qualifica come un “mentor”, soprattutto per coloro che si affacciano per la prima volta all’insegnamento.

Una tra le novità più rilevanti del percorso – come precisato nella CM n. 39972 del 15-11-2022 – è rappresentata dall’allegato A, che “struttura i momenti di osservazione in classe da svolgersi da parte del Dirigente scolastico e del Tutor, evidenziando in maniera oggettiva le caratteristiche dell’attività didattica del docente neo-immesso” (Art.2 d) “La valutazione del percorso di formazione e di prova in servizio”). Grazie a questo dispositivo il tutor “presenta al Comitato di valutazione le risultanze emergenti dall'istruttoria compiuta in merito alle attività formative predisposte ed alle esperienze di insegnamento e partecipazione alla vita della scuola del docente neoassunto”.


La formazione dei tutor

A partire dall’anno scolastico 2016/17 la formazione dei tutor è svolta prevalentemente dagli Uffici scolastici regionali e provinciali.



Cosa si aspetta il docente da un tutor?

A sette anni dall’introduzione del modello formativo per la formazione neoassunti (DM850/2015) Indire ha svolto un monitoraggio longitudinale su più anni che ha dato esito al volume L’anno di formazione e prova degli insegnanti dal 2015 ad oggi. Cronistoria di una ballata popolare, il quale documenta l’esperienza di formazione che ha coinvolto quasi 300.000 docenti. Tra i dati relativi all’attività di peer to peer (capitolo 4 del volume) emerge come, sia per i tutor che per i docenti, sia cresciuto nel tempo l’atteggiamento di naturalezza e semplicità con cui hanno vissuto l’esperienza di osservazione reciproca nelle classi (65% dei neoassunti e l’85% dei tutor nel 2017-2018). Inoltre, il peer to peer si definisce come una modalità di insegnamento-apprendimento molto efficace sia per i tutor che per i docenti neoassunti; per questi ultimi è infatti giudicato molto utile sia dal punto di vista umano e relazionale (81% e 76% rispettivamente per i due anni osservati: 2015-16 e 2017-18) sia sul piano operativo e professionale (rispettivamente 70% e 66%). Altri punti di forza evidenziati dai docenti sono il fatto che l’esperienza formativa:

  • si svolge in una situazione paritetica;

  • l’osservazione della performance professionale ha una finalità operativa e non teorica;

  • il rapporto tra i due attori, il tutor e il docente neoassunto, è empatico e collaborativo.

Per questo, la funzione ideale di un tutor supervisore, secondo l’opinione dei docenti neoassunti, è quella in cui siano prevalenti gli aspetti espressivo-informali e di consulenza competente, ma tra pari, piuttosto che quelli asetticamente tecnologici o autorevolmente professionali. Viene inoltre apprezzata particolarmente la disponibilità ad incontri frequenti sulla gestione della classe ed i rapporti con gli allievi e la capacità di coinvolgimento attivo sugli aspetti didattico-metodologici in un confronto che aiuti il docente neoassunto a calare le metodologie teoricamente apprese nella concretezza dell’aula.


I compiti del tutor nell’ambiente online

Nell’ambiente online Neoassunti 2022-23 a loro dedicato i tutor sono tenuti a svolgere le seguenti azioni:

  • associare il docente/i neoassunto/i che segue tramite il codice fiscale;

  • compilare il questionario di monitoraggio;

  • scaricare l’attestato.

di ISABELLA CASTAGNA


contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it


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