Graduatorie d’Istituto, non vale il servizio svolto nelle paritarie come per gli scatti stipendiali: martedì 12 potrebbe cambiare il vento. ANIEF presenta il RICORSO
- La Redazione
- 9 mar
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"In questi giorni si stanno rinnovando le graduatorie d’istituto interne alle scuole e riservate al personale di ruolo: molti insegnanti si..."

In questi giorni si stanno rinnovando le graduatorie d’istituto interne alle scuole e riservate al personale di ruolo: molti insegnanti si stanno accorgendo, con meraviglia e amarezza, che il servizio pre-ruolo svolto nelle scuole paritarie non è valutabile, poiché non rientra tra quelli riconosciuti o riconoscibili ai fini della carriera.
In questa situazione sono tantissimi insegnanti, probabilmente oltre 300mila: hanno lavorato, infatti, nelle scuole paritarie e si ritrovano oggi senza riconoscimento del quel servizio, sia ai fini degli scatti stipendiali, sia della ricostruzione di carriera, sia per le graduatorie interne alle scuole utili a determinare eventuali perdenti posto. Potremmo però essere giunti ad una piccola svolta:
la prossima settimana, martedì 12 marzo, la Corte di Giustizia Europea si esprimerà infatti a Lussemburgo sul ricorso presentato dal sindacato Anief sulla validità di servizio svolto nelle scuole paritarie, reputato dall’amministrazione inferiore a quella dei periodi di lavoro condotti nelle scuole dello Stato.
Una prima svolta sulla vicenda è stata già vissuta il 14 agosto 2023, quando il tribunale di Padova, su ricorso patrocinato dall’avvocato Zampieri con l’intervento del sindacato Anief, ha rimesso la questione alla Corte di Giustizia Europea (CGUE), chiedendo un’interpretazione normativa sulla valutabilità degli anni di servizio nelle scuole paritarie: l’avvocato Walter Miceli, che opera per Anief, in quell’occasione spiegò che a seguito di tale espressione si sarebbero potuti registrare diverse novità:
“La pronuncia interpretativa della CGUE – disse Miceli - è vincolante e, se favorevole, orienterà i Tribunali nazionali verso il pieno riconoscimento del servizio prestato nelle scuole paritarie”. L’udienza pubblica per la decisione della Corte di Giustizia Europea è stata fissata per il 12 marzo prossimo e potrebbe avere un impatto significativo, simile a quello della sentenza sulla Carta del Docente, con cui la sempre la Corte Ue ha riconosciuto il beneficio pure agli insegnanti a tempo determinato, costringendo il legislatore italiano ad adeguare la normativa. Una pronuncia favorevole della Corte non solo orienterebbe le decisioni dei giudici italiani, ma potrebbe spingere il legislatore a intervenire per risolvere il problema una volta per tutte accordando piena equiparazione tra scuola statale e quella paritaria”, ha concluso il legale.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “il Testo Unico della Scuola, il decreto legislativo 297 del 1994, non negava la validità per intero del servizio svolto nelle paritarie. La problematica prende corpo immediatamente dopo l'immissione in ruolo nella scuola statale, quando il lavoratore chiede di effettuare la ricostruzione di carriera e scopre che il periodo svolto nelle paritarie non viene considerato al 100%. E sono tantissimi i docenti entrati in ruolo con un trascorso nella scuola paritaria. Anief ricorda che c’è una diffida da inviare, per evitare i termini di prescrizione di legge; poi, ce la giocheremo tutti in Europa sulla parità di trattamento e sul principio di non discriminazione”.
Pure la stampa specializzata sembra avere le idee chiare: la situazione “ha origine nella mancanza di una normativa specifica dopo la riforma del Sistema Nazionale di Istruzione del 2000. Sebbene le scuole paritarie facciano parte del sistema pubblico e offrano lo stesso piano formativo delle scuole statali, rilasciando titoli di studio equivalenti, la giurisprudenza italiana ha negato la possibilità di valutare il servizio prestato in queste istituzioni per la ricostruzione della carriera. In particolare, la Corte di Cassazione, con sentenze del 2019 e del 2021, e la Corte Costituzionale nel 2021 hanno confermato questa interpretazione restrittiva”. Tutti gli insegnanti e il personale Ata interessati a non soccombere su questo diritto e a recuperare i periodi di lavoro svolti nelle scuole paritarie possono ancora presentare ricorso con Anief collegandosi con la pagina dedicata al ricorso.
di LA REDAZIONE