Secondo i genitori della bambina, nello scrutinio finale vi è l’assoluta assenza di motivazioni
Il 17 giugno una scuola di Bari informò dei genitori comunicando che la figlia era stata bocciata in seconda elementare. La madre e il padre della stessa hanno presentato ricorso al Tar sottolineando l’assenza di motivazioni tanto eccezionali da aver condotto i docenti ad una valutazione così drastica da indurre alla bocciatura.
La bambina avrebbe effettivamente accumulato 50 assenze durante l’anno scolastico, legate al contagio del Covid con in seguito disturbi dalla quale la bambina è affetta dalla prima infanzia, affermano gli avvocati Giacomo e Roberta Valla che stanno seguendo il caso per conto della famiglia.
In tutta risposta la scuola si difende dichiarando che “Non si tratta di una decisione punitiva nei confronti della bambina e della sua famiglia. Già durante il primo anno scolastico le insegnanti hanno fatto tutto il possibile per sostenere l’alunna. La scelta non è stata presa a cuor leggero”. L’istituto dichiara che si difenderà nel contenzioso con l’Avvocatura di Stato.
L’udienza è stata fissata per il 27 luglio.
La domanda è:
La bocciatura è diventata così complicata da eseguirsi da parte dei docenti?
Quali sono le corrette valutazioni da fare per una decisione così drastica?
Gli insegnanti dovrebbero essere più tolleranti di fronte a cause di forza maggiore?
La questione accende i riflettori visto le recenti discussioni riguardo una scuola senza bocciature che sembra un’opzione molto gradita dalla maggior parte dei docenti.
di CARLO VARALLO
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