Emendamenti al decreto Scuola 45/25 cassati da Mef e Funzione Pubblica. Protesta Anief: "senza mobilità personale, primo gradino stipendiale e buoni pasto continua una discriminazione immotivata"
- La Redazione
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"Il no di Funzione Pubblica e Ministero dell’Economia e delle Finanze diventa fatale per il destino degli emendamenti suggeriti da... "

Il no di Funzione Pubblica e Ministero dell’Economia e delle Finanze diventa fatale per il destino degli emendamenti suggeriti da Anief e presentati dalla maggioranza per modificare il DL 45/25, il cosiddetto ‘decreto Scuola’, approvato il 7 aprile scorso, sui quali si è soffermata la VII Commissione di Palazzo Madama: il parere negativo dei due ministeri ha riguardato, nello specifico, delle disposizioni normative proposte specificatamente dai senatori della maggioranza dopo audizione del giovane sindacato per attuare la mobilità intercompartimentale anche del personale di ruolo, reintrodurre il primo aumento stipendiale dopo i primi tre anni dall’immissione in ruolo, per assegnare i buoni a tutto il personale della scuola.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “quando nel decreto PA si assiste a nuovi aumenti stipendiali per il personale delle funzioni centrali e delle funzioni locali e alla promozione della mobilità orizzontale e verticale, nei loro contratti si assiste all'erogazione del buono pasto anche in regime di smart working, non è tollerabile assistere a opposizioni preconcette a emendamenti che vorrebbero promuovere anche il personale dell'istruzione e ricerca. Chi lavora a scuola non merita di meno di chi lavora nei ministeri o nei comuni”.
“La verità – continua Marcello Pacifico – è che questa ennesima discriminazione non fa altro che acuire la distanza di trattamento del personale scolastico rispetto a quello degli altri dicasteri, per non parlare del settore privato. Basterebbe pensare agli stipendi, che continuano ad essere tra il 20% in meno rispetto agli comparti, ma anche rispetto alle media UE. Fermo restando il diritto di tutti i lavoratori pubblici, in attesa del rinnovo del CCNL, ad aver tutelata la propria retribuzione con l'allineamento della IVC al 50% dell'inflazione previsto dalla legge. Su questo punto, l'ufficio legale di Anief ha aperto una battaglia in tribunale, con il ricorso per allineare l’indennità di vacanza contrattuale ai parametri reali, per ottenere aumenti mensili di 180 euro e recuperare 3 mila euro di arretrati nell’ultimo triennio”.
di LA REDAZIONE
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