COMUNICATO STAMPA
Migliaia di studenti in piazza oggi ci ricordano, in tempi in cui la partecipazione attiva alla vita pubblica è avvertita come un peso quando non addirittura come un pericolo, che la scuola è la prima palestra della democrazia.
Condividiamo le loro battaglie e da tempo chiediamo al governo che sia eliminata l’obbligatorietà dell’alternanza insieme ad un ripensamento complessivo del modo in cui si è costruito il rapporto tra scuola e lavoro negli ultimi 20 anni. In un Paese che ha perso un milione di posti a media e alta qualificazione, il problema non è certo la scuola che non forma adeguatamente per il lavoro quanto il lavoro offerto. Senza investimenti, senza adeguati percorsi educativi costruiti a partire dalle esigenze e dai contesti delle scuole, l’alternanza se va bene è inutile altrimenti diventa pericolosa: non costruisce utilità sociale ne aumenta le capacità cognitive di chi studia, ma alimenta un mercato del lavoro precario e a bassa qualifica. Non tutti i lavori purtroppo hanno caratteristiche formative e solo imprese che fanno formazione ai loro lavoratori, tutelano i diritti e ovviamente la sicurezza possono essere prese in considerazione per i precorsi che intrecciano studio e lavoro.
La scuola migliore non è quella che prepara all’esistente, che si adatta, ma quella istituzione che forma cittadini e produttori critici in grado di cambiare il mondo in meglio a partire da quello del lavoro.
di CLAUDIO CASTAGNA
contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it