"Il Fondo finanziamento ordinario registra quest’anno un incremento di risorse del 21% rispetto agli stanziamenti pre-Covid passando...."
Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha reso pubblica la tabella del Fondo di Finanziamento Ordinario, che stabilisce la ripartizione delle risorse per il 2024 tra i vari atenei in Italia. Il FFO registra quest’anno un incremento di risorse del 21% rispetto agli stanziamenti pre-Covid – passando da 7 miliardi e 450 milioni di euro a oltre 9 miliardi di euro.
Il Ministero ha poi avviato un’interlocuzione con la Conferenza dei rettori delle università italiane e con gli atenei per modificare la struttura della ripartizione, aggiornando i criteri e superandone le rigidità. A tale scopo ha già intrapreso un’interlocuzione con la Conferenza dei rettori-Crui per invitare quest’ultima a proporre eventuali modifiche e suggerimenti, valutando nuovi indicatori per la ripartizione delle risorse alla luce delle esigenze dei singoli atenei e rivedendo parametri chiave come il costo standard studente e altre forme di premialità. Tale dialogo sarà fondamentale per garantire una crescita sostenibile del sistema universitario italiano, mantenendo come priorità la qualità dell'offerta formativa e della ricerca in un orizzonte pluriennale.
Nel corso degli ultimi anni, il Governo ha destinato consistenti fondi e risorse al sistema universitario italiano: sono state finanziate con 290 milioni di euro sia borse di dottorato sia università del Mezzogiorno attraverso i Patti territoriali di Alta formazione. Ulteriori contributi sono stati destinati a specifici programmi come il fondo per l’Orientamento, il fondo per le Infrastrutture, le Chiamate dei docenti e l’Housing per gli studenti. Questa attenzione ha permesso di portare la percentuale di ordinari e associati oggi al 68%, ai massimi di sempre. Quest’anno il fondo non beneficia del contributo straordinario ricevuto nel 2023 e legato al PNRR e torna a valori standardizzati, comunque superiori al 2022. I finanziamenti sono destinati a crescere nuovamente già nel 2025 a conferma del solido sostegno del Ministero alle università statali, perno della offerta formativa accademica italiana.