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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA: INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO 2022-2023

Estratto del discorso del Ministro Anna Maria Bernini

Ringrazio il Magnifico Rettore, professor Maurizio Oliviero.

Ringrazio tutti i presenti e sono lieta di essere qui a celebrare una così importante ricorrenza. Oggi infatti l’Università di Perugia festeggia sia l’inaugurazione di un anno accademico che il 715° anno dalla fondazione dell’ateneo.

Sono onorata della possibilità di condividere alcune mie brevi considerazioni con tutto il corpo accademico dell’Università degli studi di Perugia e con gli illustri ospiti.

Permettetemi di raccogliere le suggestioni che ho colto ascoltando la prolusione del Magnifico Rettore, il discorso della dottoressa Francesca Volentiera, che ha lanciato degli spunti interessanti sul presente e sul futuro del personale tecnico amministrativo e bibliotecario, e l’intervento del rappresentante degli studenti, Matias Cravero.

Le sue parole ci ricordano quanto sia centrale la funzione degli studenti: darci sempre nuove sollecitazioni, affinché l’offerta formativa sia sempre più costruita intorno alle loro esigenze e al mondo che cambia.

Ringrazio Chiara (studentessa Erasmus, ndr) per il racconto della sua bellissima esperienza di scambio. La sua storia rappresenta come, da trent’anni, esista una generazione Erasmus che ha costruito una rete di saperi tra tutte le università italiane e straniere. Mi auguro che questa realtà possa replicarsi con il potenziamento del progetto Erasmus italiano e il rafforzamento delle collaborazioni interateneo.

Ringrazio il professor Ferdinando Treggiari per la sua lectio magistralis. Ho apprezzato, in particolare, il riferimento alle straordinarie assonanze tra la nascita dell’Università di Bologna nel 1088 e la nascita dell’Università di Perugia nel 1308.

Sono città universitarie, legate al dinamismo, all’evoluzione, alle fortune economiche e commerciali delle città e dei territori che le ospitano. Una dimostrazione di come, in ogni storia di successo, il merito non è mai del singolo, ma sempre collettivo.

Dalla competitività alla collaborazione, è questo il cambio di mentalità che auspico possa avvenire anche nel mondo universitario. Un tempo si giudicavano in un modo competitivo gli atenei, dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in poi si è passati ad un sistema di valorizzazione più “comunitario”.

Dobbiamo dare valore ai progetti, agli ecosistemi dell’innovazione, alle strutture innovative, ai partenariati estesi. Va data rilevanza al coinvolgimento di una serie di nuovi mondi, dalle istituzioni agli enti locali e territoriali, dalle imprese agli ordini professionali, e aprire ad un lavoro comune con il Ministero dell’Università e della Ricerca per implementare lo sviluppo del Paese.

Il nuovo incontro tra questi attori rappresenta un propulsore di crescita, un detonatore enorme di valorizzazione economica, non solo dei territori ma per l’Italia.

Consentitemi di ringraziare per la loro presenza e tenacia: il presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e il sindaco di Perugia, Andrea Romizi. Siete stati citati giustamente dal Magnifico Rettore come parti strutturali di un’operazione condivisa, di comunità che porti una crescita dell’offerta formativa, della ricerca e della terza missione.

Quest’ultimo aspetto del lavoro dei nostri atenei, come ricordava la dottoressa Volentiera, rappresenta il modo più eclatante per le università di concorrere al benessere, alla riqualificazione e alla rigenerazione dei territori.

L’obiettivo comune, la nostra “stella polare” deve essere costruire un’università sempre più interconnessa e parte di un sistema.

Il nostro dovere è prenderci cura dei nostri studenti e reinserirli in un contesto di normalità.

L’aver vissuto due anni di “virtualismo” formativo, esistenziale e relazionale non è senza conseguenze ed è per questo che noi dobbiamo occuparci delle loro difficoltà a rientrare in contatto con i percorsi ordinari, non solo in ambito accademico ma anche personale.

Anche questo è lavorare per il futuro.

L’università di Perugia, come tutte le università italiane, e lo stesso Ministero dell’Università e della Ricerca sono fabbriche che producono futuro, e lo fanno ognuno con le proprie competenze e specificità. Abbiamo visto cosa accade quando queste unicità vengono messe a sistema: produciamo eccellenze - dallo spazio alla meccatronica.

Alcuni temi ricorrono spesso durante le inaugurazioni a cui ho preso parte: le difficoltà burocratico-procedurali legate alla spesa dei fondi e la necessità di semplificazione. Ci stiamo lavorando. Abbiamo una destinazione comune: guardare oltre il 2026 e puntare a non cadere nell’effetto baratro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Continuiamo a dare ai nostri giovani un sistema formativo di altissima qualità.

Ragazzi e ragazze, studiate con passione, entusiasmo, impegno e vivete con la consapevolezza che quello che fate è il modo migliore per essere liberi.

di CLAUDIO CASTAGNA

contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it



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