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Susanna Tamaro: "Un insegnante che ama il suo lavoro è in grado di trasmettere passione, riuscendo ad accendere di luce lo sguardo di chi lo sta ascoltando e ad aprire una piccola porta nel suo cuore"

Aggiornamento: 28 nov

Riscoprire l'amore per la lettura, per il sapere, riaccendere la passione e la curiosità nei giovanissimi, rappresenta una fonte inesauribile di risorse, che potrebbe...

La scuola, quale luogo formativo e di aggregazione, svolge sicuramente un ruolo molto importante nella crescita dei giovani, garantendo lo sviluppo delle loro capacità cognitive, intellettive, ma anche relazionali ed interattive.

L'insegnante, nella sua veste educativa, attraverso la sua funzione guida, può sicuramente fare la differenza nel processo evolutivo di un giovane ragazzo. Ed è proprio su tale aspetto che la scrittrice Susanna Tamaro si sofferma nel suo libro "Alzare lo sguardo. Il diritto di crescere, il dovere di educare".


La scrittrice si rivolge in forma di lettera ad un’insegnante di un istituto tecnico e coglie l'occasione per esprimere il suo pensiero, attraverso una profonda riflessione, sul mondo della scuola e sulla figura dell'insegnante in una prospettiva ampia e dettagliata.

"Un insegnante che ama il suo lavoro ha un compito molto importante: quello di trasmettere la sua passione. Può decidere di esporre il programma pedissequamente o può, percorrendo vie insolite, riuscire ad accendere di luce lo sguardo di chi lo sta ascoltando, ad aprire una piccola porta nella sua mente, e forse anche nel suo cuore, permettendo a quel ragazzo o a quella ragazza, un giorno, di salvarsi", queste le parole di Susanna Tamaro.

Ecco allora l'importanza di un grande discrimine: insegnare nozioni o suscitare passioni? Si tratta di una differenziazione estremamente rilevante che consente ad un insegnante di svolgere la sua funzione con passione e determinazione e non in maniera pedissequa, senza anima, in modo freddo e distaccato.

Riscoprire l'amore per la lettura, per il sapere, riaccendere la passione e la curiosità nei giovanissimi, rappresenta una fonte inesauribile di risorse, che potrebbe "salvare" i ragazzi da quell'apatia e da quell'analfabetismo emotivo che tendono a diffondersi ormai troppo velocemente.

"Una persona curiosa ha un grande pregio: non si farà mai ingabbiare dalle spire del fanatismo. La curiosità infatti è il principale antidoto all'indottrinamento", così ci spiega la scrittrice con parole intrise di significato.

È proprio l'insegnante, attraverso le sue qualità, che consente ad ogni studente di accedere alla cultura; dove cultura vuol dire curiosità, capacità di appassionarsi, di ragionare, riuscendo a mantenere la mente sempre in una condizione di apertura.


Eppure spesso alcune realtà diventano molto difficili da gestire e così vi sono dei ragazzi-peso che scompaiono dall'orizzonte, divenendo ragazzi-zavorra" o meglio "ragazzi risacca": si fanno trasportare dalla corrente perché nessuno ha dato loro mai importanza, caratterizzandosi per una leggerezza che si trasformerà in una pesantezza sociale ed individuale.

Ed allora questi ragazzi ai quali non si è mai chiesto nulla, diventati adulti, a quale povertà li condannerà la scuola del non impegno e della promozione perpetua? Quella scuola che non ha mai messo davanti a loro gradini, ostacoli, obiettivi da raggiungere, li condannerà ad una povertà sociale, economica, e soprattutto umana, cioè ad una totale sfiducia in loro stessi e nelle loro capacità di risolvere dei problemi.

Occorre, quindi, stimolare la crescita dei più giovani, ponendo dinanzi a loro mete da perseguire ed obiettivi da raggiungere, così da responsabilizzare le nuove generazioni, permettendo loro di crescere in maniera sana ed equilibrata, suscitando curiosità ed interesse.

Ritornare a credere nel proprio futuro rappresenta una priorità assoluta, che non può essere mediata o negoziata, non possono esserci deroghe o strappi alla regole: occorre impegnarsi profondamente per raggiungere i propri obiettivi e soprattutto occorre essere capaci di guardare oltre l'orizzonte, superando i propri limiti ed anzi trasformando il tempo in una risorsa per crescere, maturare, occasione vantaggiosa per fare esperienza e sperimentare su stessi.

Non possiamo delegare agli altri le nostre scelte, il nostro futuro, ma dobbiamo avere il coraggio di percorrere quel cammino con audacia: solo così, da adulti, saremo in grado di affrontare le avversità, non facendoci travolgere dalle tempeste ma anzi rimanendo in piedi nonostante le difficoltà. L'attitudine all'impegno, al sacrificio, alla dedizione, rappresenta una priorità inderogabile e non può essere mediata in alcuna maniera: ogni giovane ragazzo ha, infatti, il diritto di crescere, sperimentando su se stesso cosa significhi vincere ma anche perdere, imparando a rialzarsi dopo ogni caduta, vivendo le emozioni più contrastanti senza aver paura ma con il coraggio di chi quella vita vuole assaporarla, giorno dopo girono, fino in fondo.


di VALENTINA TROPEA


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