
Tre avvocati della Rete Lenford, la rete di avvocati per i diritti Lgbt+, insieme a una docente trevigiana e ad una psicologa, presenteranno proprio nella sede del comune di Treviso il “Regolamento per l’attivazione dell’identità alias nell’ambito della carriera scolastica”.
Ma di cosa si tratta? Come ricorda il nome si parla di identità alias, spieghiamo meglio: gli studenti potranno chiedere un’identità provvisoria con nome e genere diversi da quelli scritti nei registri anagrafici, utilizzare i servizi igienici a seconda del genere in cui si identificano senza la presentazione di una certificazione medica. Servirà il consenso da parte dei genitori solamente per i minori di 14 anni.
“È il primo incontro che stiamo organizzando, poi ne seguiranno altri a Genova, Torino e Pavia”, spiega l’avvocata Valentina Pizzol, coordinatrice dell’evento.
“Ci tenevamo a partire da qui anche per dare un senso alla tragica scomparsa di Cloe Bianco, che era una professoressa, certo, non una studentessa, ma ci dà lo spunto per affrontare la tematica dell’incongruenza di genere in maniera costruttiva”.
Ma in Italia esistono istituti scolastici con regolamento alias?
In realtà sì, sono ben 109. è possibile consultare il sito Genderlens.org e verificare dove si trovano, regione per regione.
Regolamento Scolastico – Carriera alias Genderlens
“In Italia, il ministero dell’Istruzione non ha ancora provveduto ad emanare linee guida specifiche per l’attivazione della Carriera Alias per studenti trans, alle quali le Scuole di ogni ordine e grado possano fare riferimento per redigere appositi protocolli. La Scuola, invece, può offrire l’occasione di scoprire che l’umanità non è “naturalmente” come viene rappresentata e organizzata, ma si manifesta in una molteplicità di sane varianze di identità che hanno tutte diritto di espressione, riconoscimento e rispetto.
Non per ogni studente è facile star bene a scuola, non per chi vive tutti i giorni la sensazione di non essere “conforme” ad aspettative sociali e a ruoli stereotipati, rigidamente stabiliti ed interiorizzati, che non tengono conto delle differenze individuali riguardanti anche l’identità di genere.
Le Scuole, dunque, dovrebbero sentire forte il dovere di “…rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” (“È compito della Repubblica…” art.3 della Costituzione Italiana).”
di VALENTINA ZIN
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