“Nel Pnrr il Governo ha messo 28 miliardi per la scuola ma non ho visto un euro per sdoppiare le classi, questo è un problema fondamentale, perché il virus circolerà ancora per uno o due anni. E al di là del Covid-19, un minor rapporto alunni-classi dà migliori risultati sugli apprendimenti. Prima di pensare a un eventuale obbligo vaccinale, che dovrebbe essere esteso anche a tutti gli studenti oltre agli insegnanti e agli Ata, bisogna affrontare queste problematiche”. Queste sono state le parole del presidente nazionale dell’Anief, Marcello Pacifico sulla questione molto intensa per quanto riguarda la vaccinazione obbligatoria per fare ritorno a scuola in totale sicurezza e svolgere le lezioni in presenza.
Per il sindacato Anief non è un fattore ideologico ma ritengono che per svolgere le lezioni nella maniera più sicura, è quello di gestire gli spazi in modo particolare. Infatti, il ministro della salute ricorda che ad oggi “siamo all’85% di persone che operano nelle scuole che hanno ricevuto almeno la prima dose: è sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo dobbiamo ancora lavorare perché questo numero possa salire”. “La questione della diffusione del virus – ha spiegato Pacifico – è legata al distanziamento e dunque al problema delle classi pollaio, molto diffuso nelle nostre scuole. Il rischio di contrarre il virus ci sarebbe, infatti, anche con più vaccinati. Tra l’altro il Garante della Privacy si è espresso sul fatto che è illegittimo per il datore di lavoro chiedere i dati delle vaccinazioni ai propri lavoratori, a meno di un intervento legislativo”. Si precisa anche per coloro che decidono di non ricevere la somministrazione del vaccino non vengono messi a contatto con il pubblico. Il presidente dell’ Anief, dice anche che per isolare il virus da Covid-19 è “rimettere in sesto i tanti plessi dismessi negli ultimi anni e autorizzare un piano straordinario per la stabilizzazione dei tanti precari che verranno chiamati ancora quest’anno, con record di supplentite, altrimenti il problema della didattica a distanza ce lo trascineremo ancora”.