Novara, "l'insegnante deve attivare il processo maieutico per lavorare in classe in una logica di laboratorio e di gruppo"
- La Redazione
- 5 ott 2024
- Tempo di lettura: 2 min
Ne va, in epoca di Intelligenza Artificiale, della sopravvivenza stessa della scuola e del suo contenuto profondo, ossia della comunità scolastica che si offre come possibilità di...

Il pedagogista Daniele Novara, fondatore e direttore del CPP, ci spiega come i docenti della scuola italiana debbano distaccarsi sempre più dalle canoniche lezioni frontali per spostarsi su metodi attivi. nello specifico scrive che: "a fronte delle proclamate dichiarazioni che la scuola non è più basata sulle lezioni frontali, la realtà è un’altra, tutt’oggi ancora orientata a questa prassi arche si rivela più che mai inefficiente.
Grazie alle innumerevoli ricerche, tutti conosciamo la limitatezza dei tempi di attenzione di qualsiasi alunno ma tanti insegnanti non trovano di meglio che riproporre le metodiche da loro stessi vissute quando erano studenti, restando abbarbicati a una visione trasmissiva della scuola basata sull’idea dell’ascolto.
Senza un’azione formativa specifica basata su metodi attivi e non su ennesimi «spiegoni», risulterà ben difficile trasformare questa condizione e creare nuove piattaforme professionali per cui qualsiasi docente sappia far lavorare gli alunni piuttosto che inchiodarsi alla pura e semplice idea dell’ascolto di una lezione.
Far lavorare necessita di una capacità di predisposizione e preparazione, specialmente di situazioni-stimolo, che sappiano attivare un processo maieutico per lavorare in classe in una logica di laboratorio piuttosto che di trasmissione frontale di contenuti.
Ne va, in epoca di Intelligenza Artificiale, della sopravvivenza stessa della scuola e del suo contenuto profondo, ossia della comunità scolastica che si offre come possibilità di ricerca esplorazione, scoperta, creatività. Parole che sono il cuore stesso della scuola.
Oltre al metodo di insegnamento che deve evolversi sempre più verso un approccio attico e quindi laboratoriale lo stesso Novare sottolinea come un insegnante deve "far funzionare la classe come gruppo".
Entrando nello specifico asserisce che: alla base occorre la consapevolezza che gli alunni vivono la scuola nella dimensione sociale e quindi non possono essere gestiti individualmente come succedeva nell’Ottocento.
L’apprendimento va organizzato in funzione della componente sociale in ordine alla condivisione che questo comporta. Esistono tecniche e dispositivi che aiutano e che dovrebbero diventare una competenza normale, logica e acquisita da tutti gli insegnanti.
Sto pensando, ad esempio, alla necessità di far funzionare la classe come gruppo in una logica di accoglienza anche socio-affettiva che permetta agli alunni di sentirsi parte della comunità scolastica come protagonisti attivi e non semplicemente uditori delle lezioni degli insegnanti."
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