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MATURITÁ: SCENA MUTA, PER GLI ISPETTORI NESSUNA IRREGOLARITÁ. PROSSIMO ANNO IL MINISTRO VALDITARA INVIERÀ NUOVAMENTE GLI ISPETTORI IN CASI SIMILI? SERVE FARE CHIAREZZA ALTRIMENTI RESTA IL PRECEDENTE

"Ormai da giorni non si parla di altro. Facciamo riferimento al “caso” di Linda Conchetto, Virginia Gonzales y Herrera e Lucrezia Novello, le tre studentesse che hanno fatto scena muta all’esame orale di maturità al..."



Ormai da giorni non si parla di altro. Facciamo riferimento al “caso” di Linda Conchetto, Virginia Gonzales y Herrera e Lucrezia Novello, le tre studentesse che hanno fatto scena muta all’esame orale di maturità al liceo Foscarini di Venezia non perché fossero impreparate ma per protesta nei confronti della commissaria Carmelina Pettenà del liceo Franchetti di Mestre, che ha assegnato a 10 studenti su 14 un’insufficienza grave.


Le tre studentesse avevano così esordito: “La commissaria esterna di greco era entrata in conflitto con il nostro professore di latino qualche anno fa e con noi si è rivelata ingiusta. Si è tenuta bassissima con i voti, mentre nell’altra classe ha assegnato punteggi decisamente più alti”.


Nonostante la protesta tutte e tre le ragazze sono state promosse regolarmente. I loro voti finali variano da 65 a 71 su 100, con l’orale valutato 4 su 20 per ciascuna. 




Gli ispettori inviati dal Ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, al liceo classico Foscarini di Venezia, dove si è verificato l’accaduto, non hanno riscontrato alcuna irregolarità da parte della commissione d’esame. A tal fine bisogna ribadire che i voti attribuiti dalla professoressa erano stati approvati da tutta la commissione. Come accade in sede d’esame il voto non esprime il parere di un’unica persona ma è un’espressione collegiale a cui tutti i colleghi partecipano. Al momento la questione può dirsi conclusa, salvo che le tre studentesse decidano di far ricorso al TAR per contestare i voti.


Mario Giordano, giornalista, molto ironicamente si era domandato: “Se uno che fa scena muta passa l’esame senza problemi, che diavolo bisogna fare per farsi bocciare?.



Proprio Giordano, infatti, aveva accusato Valditara e la scuola di aver sbagliato, inviando gli ispettori a indagare sui commissari d’esame anziché sulle studentesse: “Avete sbagliato perché non avete fatto capire loro che le regole si possono infrangere ma non impunemente. Che l’autorità (in questo caso il prof) si può contestare, ma pagando un prezzo”.


Il Ministro, di contro, aveva semplicemente spiegato come le tre ragazze fossero state promosse con voti molto bassi nonostante il loro eccellente e brillante curriculum.

La questione delle tre studentesse di Venezia promosse nonostante abbiano fatto scena muta all’esame orale di maturità rimane ancora molto discussa e dibattuta.


Sono state tante le critiche al riguardo e in molti hanno ritenuto la scelta operata estremamente permissiva. Il rischio che il prossimo anno altri studenti possano comportarsi in egual maniera, considerando l’accaduto come esempio da emulare, è infatti molto elevato.





Le angolazioni dalle quali osservare la prospettiva possono essere molteplici ma non bisogna comunque dimenticare che in un periodo storico come il nostro, in una società dove i giovani ragazzi tendono a voler raggiungere i loro risultati senza però alcuno sforzo e sacrifico, il ruolo della scuola è determinante proprio perché ogni ragazzo deve poter formare la propria personalità, consapevole che i buoni risultati possono essere ottenuti solo con tanta passione e dedizione. Valori quali l’importanza dello studio e l’affermazione attraverso il merito ed il sacrificio vanno sempre più diffusi nelle moderne generazioni. (CLICCA QUI)


È molto labile il confine tra un atteggiamento estremamente permissivo ed un atteggiamento eccessivamente rigoroso. Quindi ci si chiede quale sia il giusto modo di agire, alla luce però sempre della giusta tutela dello studente.

Se la situazione dovesse rimanere invariata allora non ci sarebbe modo di giungere ad una soluzione univoca, vista la mancanza di un “protocollo” da seguire, di una regola certa da applicare. Perché allora non intervenire in maniera concreta evitando scelte spesso eccessivamente arbitrarie e discrezionali?




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di VALENTINA TROPEA




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