Lucangeli: "Quando l’insegnante è motivato lo studente partecipa attivamente. La passione del maestro coinvolge e genera impegno."
- La Redazione
- 5 giorni fa
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Il segreto della motivazione scolastica è spesso negli occhi di chi insegna. Daniela Lucangeli ci guida in una riflessione profonda sull’entusiasmo del docente, tra emozioni condivise e strategie per accendere il desiderio di conoscere.

“È più facile che gli studenti siano motivati e sperimentino emozioni piacevoli, se anche gli insegnanti sono motivati e sperimentano emozioni piacevoli: vedere in un maestro la passione per il proprio mestiere coinvolge, genera impegno e favorisce la persistenza.
Per il docente stesso, essa è fonte di tante sensazioni positive che sostengono il lavoro di insegnare, ed è portatrice di alti livelli di soddisfazione”, queste le significative parole con le quali inizia la sua profonda riflessione Daniela Lucangeli, stimata scienziata e docente di Psicologia dello sviluppo all'Università di Padova.
L’entusiasmo, infatti, emoziona e motiva chi ci circonda. Un insegnante che ama il suo lavoro, che svolge il suo mestiere con passione e dedizione, sarà in grado di trasmettere tante emozioni positive, favorendo l’apprendimento dello studente che si impegnerà maggiormente, essendo coinvolto ed appagando la propria curiosità ed il proprio desiderio di conoscenza.
“Sono convinta che i docenti nella maggior parte dei casi amino quello che fanno: guidare i bambini alla scoperta del mondo e della sua cultura! Purtroppo si tratta di una professione molto faticosa, perciò il loro entusiasmo rischia di affievolirsi. Credo sia importante che chi insegna non smetta mai di ricercare ciò che lo appassiona del proprio lavoro, perché l’entusiasmo non si può simulare, ed è indispensabile viverlo per poterlo trasmettere. Ma come si esprime l’entusiasmo?”, in tal modo prosegue la sua disamina la docente di Psicologia dello sviluppo all'Università di Padova.
Un docente che volesse esprimersi con entusiasmo cercherebbe di manifestarsi con un tono di voce chiaro, predisponendo lo studente all’ascolto e suscitando in quest’ultimo interesse e curiosità, così da creare un clima favorevole in tutta la classe.
Gli insegnanti, infatti, devono tener bene presente il potere del “contagio emotivo”: stare con persone arrabbiate ci innervosisce, stare con persone allegre ci rallegra, stare con persone agitate ci agita.
“Chi passa tanto tempo con i bambini, quindi, prima di entrare in classe è bene si domandi come si sente e se può fare qualcosa per stare meglio con se stesso e con gli altri, soprattutto se così ricettivi come i nostri piccoli a scuola”, così come ci spiega molto dettagliatamente Daniela Lucangeli.
È molto importante, dunque, che i bambini comprendano fino in fondo come lo studio sia importante per nutrire se stessi, ciò che sono e saranno e non solo ciò che sanno e sapranno; dovranno, quindi, essere motivati, sentendosi in grado di raggiungere degli obiettivi in maniera autonoma, cercando di migliorare e di vivere l’insuccesso non come un fallimento ma come un evento su cui riflettere così da non incorrervi in futuro.
“Tutto questo è possibile solo calibrando in modo individuale per ciascun bambino i traguardi da conseguire, senza generare noia con sfide troppo semplici né frustrazione con richieste eccessivamente difficili”, in tal modo termina la sua riflessione la docente di Psicologia dello sviluppo all'Università di Padova.
Adulti capaci di porre l’accento sull’impegno dei ragazzi, a prescindere dai risultati conseguiti, saranno in grado di favorire una crescita consapevole dei più piccoli, che cominceranno ad avere fiducia in se stessi e nelle proprie capacità di farcela, grazie ad una didattica motivante che ponga loro degli scopi che prescindono da un bel voto, ma che permetta anzi di migliorarsi costantemente, imparando abilità nuove, così da consentire agli studenti di dare il meglio di sé, senza alcuna pressione o ansia da prestazione.
di VALENTINA TROPEA
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