Sono giorni ormai che non si parla d’altro se non delle imminenti elezioni previste per la data del 25 settembre 2022.
Vine volta particolare attenzione sulla questione degli allestimenti dei seggi elettorali all’interno dei locali scolastici.
Come riportato in un nostro precedente articolo, sono in tanti a non essere d’accordo su questa scelta, a partire dal Presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: “C’è disappunto non preoccupazione per le urne in autunno: un certo numero di scuole fermeranno infatti le lezioni appena avviate e questo è un problema che solleviamo da non so quanti anni. Quindi chiediamo al Ministero dell’Interno di individuare per le elezioni politiche seggi non scolastici. Basta seggi nelle scuole che fanno perdere giorni di lezione dell’anno scolastico appena iniziato, lezioni che poi non verranno recuperate”.
Ma purtroppo non sembra essere andata come si sperava in quanto i seggi elettorali continueranno ad occupare le aule scolastiche, anche se è da oltre 20 anni che i Ministri continuano ad affermare che ogni volta è sempre l’ultima volta. Uno dei problemi per cui i seggi elettorali non vengono spostati è per la mancanza di spazi all’interno dei comuni interessati.
Come dichiarato dal Presidente dell’ANP di Frosinone, Mario Luciani, basterebbe un minimo di volontà per ottenere un qualcosa: “Come sempre intere strutture saranno sottratte alla disponibilità dei ragazzi sacrificate sull’altare dell’inefficienza e dell’incapacità di programmare un appuntamento periodico che coinvolge comuni, prefetture e forze dell’ordine, ma per un seggio serve una stanza”.
Continua: “Il fatto è che i Comuni ci chiedono accesso separato, bagni esclusivi, locali da utilizzare per dormitori destinate alle forze di vigilanza, connessione e soprattutto ci chiedono di essere i soli nell’edificio. E così io chiudo un edificio di tre piani con seminterrato, diverse migliaia di metri quadrati di laboratori, impianto sportivo esterno ed interno, segreteria, uffici, bar e magazzino per un seggio che occupa si e no cinquanta metri quadrati. Il risultato sono due giorni, a volte più, di vacanza in cui lo stato paga lo stipendio a tutti per non lavorare, ragazzi che non imparano e utenze tutte attive. E meno male che almeno in questo periodo l’impianto di riscaldamento è chiuso perché altrimenti c’è un impianto che serve migliaia di metri cubi di spazio scuola”.
di CLAUDIO CASTAGNA
contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it