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Insegnanti scoprono le cause del disagio di un'alunna, arriva la richiesta di condanna per il papà a tre anni e tre mesi di reclusione...

La scuola, in tali frangenti, diviene infatti un porto sicuro, un luogo di protezione per gli studenti indifesi, ed un ruolo fondamentale è proprio...


Spesso la scuola diviene lo scenario per storie di vita di quotidiana violenza. Infatti, l'attenta analisi e l'occhio sensibile degli insegnanti possono aiutare e giocare un ruolo determinante quando giovani studenti si ritrovano ad essere nelle proprie famiglie spettatori di episodi di violenza perpetrati dagli stessi genitori.

 

Proprio allora subentra il ruolo della scuola quale istituzione educativa e di supporto nella crescita quando lo studente, minore, tende a rifugiarsi ed a rinchiudersi in se stesso.

 

È quanto è accaduto a Cuneo, dove, in un'aula di tribunale ha trovato finalmente espressione il silenzio dettato dalla paura di una bambina di otto anni, che chiameremo Emma, con un nome di fantasia, per tutelarne l'identità.

La ragazzina, in particolare, ha manifestato lo stato di disagio e di timore attraverso la reticenza ad andare a scuola a causa delle violenze subite dalla madre da parte del padre.


La bimba era terrorizzata nel doverla lasciare da sola a casa con il padre perché preoccupata per la sua incolumità.

Ed è proprio allora che sono intervenute le insegnanti le quali, con grande sensibilità e metodo, hanno raccolto i racconti della bimba circa le violenze domestiche. Le insegnanti hanno, quindi, attivato tutte le procedure del caso concreto con la relativa segnalazione alle autorità competenti. Tutte le violenze hanno trovato riscontro nei racconti della stessa mamma, dapprima reticente per paura di ritorsioni.


Durante il processo, l'accusa, nella figura del Pubblico Ministero, ha sottolineato come il racconto di Emma sia stato genuino in quanto la bambina ha sempre espresso l'affetto per entrambi i genitori, descrivendo una situazione familiare insopportabile. Il processo si è concluso con la richiesta di condanna a tre anni e tre mesi di reclusione per il padre.

Si tratta, purtroppo, di uno dei tanti casi di allarme sociale che mette in rilievo il ruolo fondamentale della scuola come luogo in cui proteggere ed aiutare a crescere studenti spesso in difficoltà. La scuola, in tali frangenti, diviene infatti un porto sicuro, un luogo di protezione per gli studenti indifesi, ed un ruolo fondamentale è proprio quello degli insegnanti chiamati a tutelare ed a porgere una mano di aiuto nei confronti dei ragazzi nella loro evoluzione di crescita.


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di VALENTINA TROPEA




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