Ricominciare superando le difficoltà, è questo l’ invito del murale sulla parete dell’ Inail di Padova “ Dancing with my eyes closed”
Da giugno campeggia sulla parete sud della sede Inail di Padova in via Nancy 2 rappresentando, con la forza visiva e simbolica che l’arte figurativa possiede, i valori e la missione dell’Istituto. Il murale “Dancing with my eyes closed”, opera della street artist olandese JDL, Judith de Leeuw, raffigura una giovane ragazza bendata, con i lunghi capelli sciolti e una semplice camicia bianca, che si muove in alcuni passi di danza.
L’opera è un invito a ricominciare superando le difficoltà. Frutto di un accordo sottoscritto a dicembre 2022 dalla Direzione regionale Veneto dell’Istituto, il murale è stato completato a giugno scorso ed è stato presentato in occasione della terza edizione del Festival “Super walls - biennale street art 2023”, svoltosi a Padova dal 20 maggio al 4 giugno sul tema del rispetto. Nelle intenzioni dell’artista, l’opera vuole essere un invito a superare le difficoltà, a ripartire dopo aver subito un infortunio sul lavoro, ribellandosi all’immobilismo e alla sofferenza che possono essere di ostacolo alla socialità e alla vita di relazione. Per l’Inail intende evocare l’impegno quotidiano che l’Istituto profonde per promuovere la cultura della salute e della sicurezza e per assicurare percorsi di cura e di reinserimento sociale e lavorativo delle persone infortunate.
Nel video il percorso artistico del murale e le sue motivazioni. A far rivivere l’ispirazione ideale, l’iter di realizzazione del murale e il lavoro di valorizzazione artistica della parete compiuto con una piattaforma elevabile, è ora un video, prodotto dalla Direzione centrale pianificazione e comunicazione, che va ad aggiungersi alle altre iniziative di promozione sviluppate in queste settimane sul territorio dalla Direzione regionale attraverso la partecipazione al Festival dello sviluppo sostenibile e in incontri di presentazione in città rivolti a utenti, cittadini, studenti e dipendenti Inail.
La voce dell’artista e le emozioni provocate dall’opera. Nei tre minuti del video, le immagini del cantiere si alternano con le voci dell’artista, degli assistiti, di infermieri e assistenti sociali. Accanto a Judith de Leeuw che racconta la genesi dell’opera, suggerita da una persona incontrata mesi addietro in un momento difficile della sua vita ma che ha continuato “a ballare anche se il suo mondo stava crollando”, le altre testimonianze restituiscono le emozioni riportate dalla visione del murale. “I movimenti sinuosi delle ballerine mi ispirano movimento e inclusione. Persone con una grave disabilità, come questa ballerina, riescono a trovare un equilibrio interiore e a non essere emarginate”, racconta davanti alla parete Giovanni, assistito Inail. Per Serena Favarotto, infermiera dell’Istituto a Padova, il lavoro dell’artista olandese “rappresenta la possibilità di rinascere ogni volta che incontriamo un problema, di ripartire anche ad occhi chiusi, perché c’è sempre qualcuno capace di tenerti una mano, e di poter ricominciare”.
di ISABELLA CASTAGNA
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