Nel confronto con gli altri paesi UE l'Italia mostra la sua debolezza: sia per matematica che per scienze i risultati sono sotto la media europea. La performance peggiore è quella purtroppo degli studenti del Sud e in particolare delle Isole...
“I risultati delle prove internazionali TIMSS sulle discipline Stem studiate in quarta primaria a terza media, presentati stamattina all’Archivio di Stato a Roma, confermano purtroppo quello che già sapevamo: per quanto riguarda gli apprendimenti di matematica e scienze l’Italia, messa a confronto con oltre 60 Paesi, risulta sotto la media.
In tale contesto, è chiaro che occorre recuperare il terreno puntando su una didattica più personalizzata attraverso un maggiore numero di insegnanti. Tagliare gli organici, come è stato deciso con la prossima legge di bilancio, diventa ancora più inspiegabile. Pensiamo piuttosto ad aumentare il tempo scuola al Sud”. È il commento di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief ai risultati del TIMSS 2023, Trends in International Mathematics and Science Study, lo studio internazionale che valuta le competenze in matematica e scienze degli studenti di quarto e ottavo anno di scuola.
In linea generale, dal confronto internazionale l’Italia esce tutto sommato non troppo male collocandosi sopra la media, ma è nel confronto con gli altri paesi UE che mostra la sua debolezza: sia per matematica che per scienze ci collochiamo infatti sotto la media europea. La performance peggiore è quella purtroppo degli studenti del Sud e in particolare delle Isole. L’Italia registra anche un altro primato in Europa: gli studenti maschi registrano la miglior performance in tutti i campi esaminati.
Secondo la struttura sindacale Anief, sicuramente occorre maggiore attenzione alle discipline STEM, non solo a scuole ma nelle città (nei musei didattici ad esempio), come non si può trascurare il dato critico delle regioni del Sud e delle Isole, dove ricordiamo il tempo prolungato è poco o per nulla diffuso e dove occorre continuare a sostenere organici aggiuntivi e classi meno numerose per salvaguardare l’efficacia didattica.
di LA REDAZIONE
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