Al Nord il numero dei supplenti è il doppio rispetto al Sud
La condizione di precarietà nella quale versa il personale docente negli ultimi anni è peggiorata, bisognerebbe quindi incrementare le assunzioni allo scopo di dare alla figura del docente la stabilità per la quale si batte da anni. Il corpo docente merita dignità.
Nessun comparto lavorativo ha così tanti precari come la scuola pubblica: il 25%. Il quadro è pure in via di peggioramento, perchè il numero di supplenti annuali (uno su tre ha oltre 45 anni) è più che raddoppiato in pochi anni, avendo fatto registrare un preoccupante +224% in poco più di un lustro e arrivando agli attuali 240 mila contratti annuali. Nelle scuole del Centro-Nord, però, la percentuale di docenti precari è ancora maggiore: si arriva a contare anche un insegnante supplente ogni tre di ruolo. “Nel complesso di tutti i settori scolastici emerge nettamente la differenza tra le classi del Mezzogiorno dove la presenza di docenti precari è notevolmente inferiore a quella delle aree centro-settentrionali”, ha confermato Tuttoscuola.
“Anche il nostro osservatorio sindacale – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ci dice che al Nord in media siamo al doppio della presenza a scuola di supplenti rispetto al Sud e alle Isole maggiori. In questi contesti è chiaro che per garantire la continuità didattica occorra procedere con la stabilizzazione del personale attraverso l’adozione immediata del doppio canale di reclutamento. Questo, insieme a un sistema di ristoro, quale è l’indennità di sede per i non residenti, cambierebbe molto le cose perché si andrebbe a permettere al docente, grazie alla sua immissione in ruolo, di realizzare un progetto di vita, come pure di stipulare un mutuo. Attraverso l’indennità aggiuntiva che chiediamo da anni, inoltre, potrebbe avere un aiuto per le spese di viaggio, per il vitto e l’alloggio a cui invece oggi deve provvedere autonomamente. Come non serve a nulla, di certo, un inasprimento dei vincoli sulla mobilità che sono la causa anche delle cattedre andate deserte durante le ultime immissioni in ruolo”.
Guardando al fenomeno della supplentite aumentata a dismisura, il presidente Anief ricorda che “questo precariato rappresenta il fallimento delle nuove politiche sulla reclutamento iniziate con la Buona Scuola di Renzi: dopo la chiusura definitiva delle GAE e l'introduzione dei vincoli quinquennali sulla mobilità, ma anche ben otto concorsi tra ordinari, semplificati, riservati e straordinari, con la ‘chicca’ finale della ‘call veloce’, abbiamo comunque dovuto assistere ad un incredibile aumento del 224% del numero dei precari. È un dato che non merita commenti: l’unica cosa che si può dire è che serve adottare, oggi più che mai, il reclutamento dei precari dalle stesse graduatorie (GPS) da cui sono chiamati come supplenti. Per farlo – conclude Pacifico- basterebbe una modifica della fase transitoria del reclutamento nel prossimo decreto legge PNRR 4 al vaglio del Consiglio dei Ministri dopo l'interlocuzione in atto su questo tema condotta dal Ministero dell’Istruzione, anche su indicazione dell’Anief, con la Commissione UE”.
di ISABELLA CASTAGNA
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