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Galimberti: "Per realizzare i nostri sogni alle volte occorre fare un passo indietro così da esaminare la realtà ed evitare di trasformare il sogno in un'illusione"

Aggiornamento: 22 dic 2024

Spesso si ignorano le passioni, i sogni, le ambizioni, per dedicarsi a delle attività remunerative e che possano garantire una vita dignitosa: tuttavia, in molteplici casi, questo determina un appiattimento, una...

L'ambizione, la creatività, il desiderio di realizzare i propri sogni, dovrebbero rappresentare parte integrante del progetto di vita dei giovanissimi, contraddistinti da una particolare energia e linfa vitale, alla luce di un'età spensierata e di una personalità spesso sognatrice e disincantata.

Tuttavia molto spesso i giovani ragazzi faticano a guadagnarsi da vivere con il frutto della propria arte, un po' come se fosse inutile continuare a sognare o addirittura fuori luogo. Avere una passione, coltivarla, non desistere ma cercare a tutti i costi di realizzarla, non è semplice in una società come la nostra dove i risultati devono essere raggiunti velocemente e senza alcun tipo di sacrificio.

Spesso si ignorano le passioni, i sogni, le ambizioni, per dedicarsi a delle attività remunerative e che possano garantire una vita dignitosa: tuttavia, in molteplici casi, questo determina un appiattimento, una tristezza capace di rendere le giornate buie e senza senso.

A tal fine il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti fa riferimento alla necessità per i giovani, spesso spronati ad andare avanti e a non fermarsi mai, di fare un "passo indietro".

"Un 'passo indietro' non rinunciatario, non rassegnato e soprattutto non per cancellare un sogno, ma per quella sorta di esame di realtà che, proprio perché tiene conto delle condizioni esistenti, evita al sogno di risolversi nell'illusione e pazientemente pone le premesse per la sua realizzazione", queste le parole di Umberto Galimberti.

Si tratta della capacità di fare un passo indietro non per arrendersi o rinunciare alla realizzazione dei propri sogni ma anzi per dare concretezza a quel sogno, avendo una visione completa della realtà e ricercando le condizioni che permettono di tradurre i sogni stessi in realtà.


"Questo passaggio non è frequente nei giovani, educati in famiglia alla soddisfazione immediata dei desideri. Da piccoli per un fraintendimento dell'amore che passa più attraverso la gratificazione dei doni che attraverso l'ascolto e la comunicazione ininterrotta, e da grandicelli per il timore che il richiamo al principio di realtà induca comportamenti ribelli o avvii su percorsi rischiosi. Il risultato è che alle soglie della maturità questi giovani, trovandosi per la prima volta a fare i conti con la realtà con cui non si sono mai misurati, cadono in depressione, si abbandonano all'ignavia, rinunciano prematuramente alla realizzazione dei sogni, passando repentinamente dall'illusione alla delusione, invece di fare quel 'passo indietro' che consente di andare alla ricerca delle condizioni che permettono di tradurre i sogni in realtà", così dichiara espressamente il filosofo.

L'educazione che hanno ricevuto le nuove generazioni ha condotto ad un "principio di passività" che rende difficile sostituire l'inerzia con un'attesa attiva che prende in considerazione non solo il sogno ma anche le condizioni necessarie per poterlo realizzare.

Occorre riscoprire, quindi, l'attitudine dei giovanissimi a lottare per quello in cui credono, impegnandosi e sacrificandosi per raggiungere ottimi risultati, consapevoli che nella vita alle volte occorre fare un passo indietro senza però mai demoralizzarsi o demotivarsi ma anzi utilizzando quel tempo proficuamente per poter meglio perseguire le proprie mete.

di VALENTINA TROPEA





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