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FLC CGIL: CRITICITÀ DEL NUOVO RECLUTAMENTO E LE RICHIESTE DI MODIFICA


Nel corso della giornata abbiamo illustrato cosa prevede la riforma per il nuovo reclutamento docente (LEGGI L’ARTICOLO), ma per la sigla sindacale FLC CGIL le criticità presenti sono numerose.


Tre forti criticità

  1. I docenti precari: per i quali non è previsto alcun accesso all’abilitazione, né mediante esonero totale o parziale dalle prove, né mediante una quota percentuale di posti dedicata a chi abbia maturato 3 anni di servizio nella scuola. Per i precari inoltre, nell’acceso al ruolo, rimane solo la quota del 30% riservata nei concorsi ordinari, prevista dal decreto “sostegni-bis” (DL 73/2021).

  2. Il sistema nel suo complesso: si configura come un percorso a ostacoli, con prove di accesso in accesso e uscita dei percorsi abilitanti, concorso, e test finale dell’anno di prova. Alla fine le prove selettive si ripetono 4 volte, un sistema che moltiplica e complica oltremodo le prove selettive.

  3. Un mercato dei titoli: l’accesso ai percorsi abilitanti anche in concomitanza con la laurea triennale o magistrale spingherà gli studenti a iscriversi a università telematiche o consorzi per conseguire i 60 CFU in maniera facile e veloce. Un vero mercato dei titoli, anche peggiore di quanto non sia avvenuto con i 24 CFU.

Le proposte di FLC CGIL

“A differenza dell’impegno assunto con il Patto per la scuola al centro del Paese il Ministro Bianchi non ha aperto alcun tavolo di confronto con i sindacati in materia di reclutamento. Nell’unico incontro avuto il Ministro ha illustrato la riforma con 3 slide e non c’è stato alcun confronto nel merito. Noi riteniamo comunque che data la rilevanza del tema sia indispensabile apportare delle modifiche al decreto:

Precari con 3 anni di servizio: occorre prevede quote di accesso ai percorsi abilitanti riservate ai precari, ad esempio il 1 anno l’80% dei posti, poi il 60% e così via, in misura decrescente nel tempo e stabile comunque un 30% a regime. Questo per garantire l’accesso all’abilitazione. Una volta abilitati, per chi possiede 3 anni di servizio occorre prevedere una procedura di accesso al ruolo semplificata, ad esempio con una prova didattica.

Docenti già abilitati in altro grado/classe di concorso/specializzati nel sostegno: bene che si preveda un percorso abilitante semplificato da 30 CFU, ma occorrerebbe chiarire anche che l’accesso a questo percorso abbia meccanismi semplificati, oppure, come nel caso dei precari, una quota di posti dedicati.

Accesso ai percorsi abilitanti: deve avvenire dopo il conseguimento della laurea magistrale o diploma accademico di II livello per i docenti e della triennale o diploma accademico di I livello per gli ITP. I 60 CFU che costituiscono il percorso formativo non devono essere erogati con modalità telematiche, inoltre i costi della formazione devono essere a carico dello stato e non dei neolaureati o dei precari.

Semplificare l’accesso al ruolo: prove di accesso ai percorsi abilitanti, formazione per 60 CFU, prove in uscita, scritte e orali, prove concorsuali e test di conferma nell’anno di prova: siamo di fronte a un percorso a ostacoli poco funzionale al reclutamento. Una volta istituiti percorsi di formazione validi basta un concorso con prova didattica di simulazione di una lezione e poi l’assunzione a tempo indeterminato.”





Per approfondire l’argomento:

di VALENTINA ZIN

contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it




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