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Docenti e Ata: "aumenti di stipendio insufficienti, inferiori al costo della vita". È quanto asserisce Anief in risposta a Valditara

Pacifico: “è bene chiarire subito che gli 8 miliardi stanziati per il rinnovo del contratto 2022-2024 devono essere sbloccati subito per recuperare l’indennità di vacanza contrattuale dell’ultimo biennio rimasto scoperto"



“Rispetto e autorevolezza dipendono dalla retribuzione”: così si è espresso alla Camera, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, durante un question time a proposito di una interrogazione parlamentare sul rinnovo del contratto di Istruzione, Università e Ricerca presentata da Alleanza Verdi Sinistra: il Ministro ha ricordato lo stanziamento di 3 miliardi per il prossimo contratto 2022/24, definendolo un fatto inedito a chiusura di un triennio, che si tradurrà in 160 euro al mese in più per i docenti, circa 300 contando gli aumenti precedenti riguardanti il rinnovo concluso da questo stesso governo lo scorso 18 gennaio. Valditara ha specificato che, anche la crescita dei compensi accessori, pure secondo l’Invalsi si tratta di aumenti che hanno portato a un incremento del potere d’acquisto.



Il sindacato Anief non nega di certo la concretezza che ha portato l’attuale Governo a realizzare quello che in passato, ad esempio, nel decennio 2008-2018, altri esecutivi non hanno saputo fare nemmeno su lunghi periodi. Anche l’incremento di 3,35% della IVC per il 2024 rispetto allo 0,50% del 2022 rimane della metà inferiore al 50% dei 16 punti di inflazione registrata nel triennio. Certamente, il personale della scuola, docenti e Ata, non può accontentarsi di aumenti inferiori al costo della vita e del fatto che gli attuali 8 miliardi stanziati siano nelle casse dello Stato e non negli stipendi.