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DAD, PER IL 76% DEI PRESIDI LA DIDATTICA A DISTANZA HA PEGGIORATO LA PREPARAZIONE DEGLI STUDENTI

LA RICERCA DEL CENSIS


La ricerca del Censis, nel capitolo sui processi formativi contenuto nel 55esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese relativa all’anno 2020, rileva che la preparazione degli studenti italiani è regredita rispetto all'anno precedente. Questo risultato negativo non è soltanto la conseguenza della didattica a distanza, bensì dai divari e dalle disuguaglianze dovute anche alle differenze sociali esistenti tra gli alunni.

Il 76% degli oltre 1.700 dirigenti scolastici consultati dal Censis è molto (29,8%) o abbastanza (46%) d'accordo sul fatto che la Dad, anche nella forma mista della Didattica digitale integrata, abbia solo accentuato le difficoltà della scuola nel contrastare gli effetti negativi dei bassi status socio-economici e culturali dello studente.



Una percentuale di presidi (65,3%) sottolinea che con la Dad non si è riusciti a instaurare una valida relazione educativa, mentre il 59,5% imputa una responsabilità non all'uso della Dad in sé, ma al suo utilizzo in un periodo come quello pandemico, che ha provocato notevoli disagi sia agli studenti che ai docenti.

È inoltre molto diffusa l'opinione che il peggioramento della preparazione scolastica sia conseguente a un uso della Dad basato sulla mera trasposizione online della tradizionale lezione frontale, senza una reale innovazione didattica (il 65,4% è molto o abbastanza d'accordo) mentre il 62% lamenta un più generale deterioramento delle competenze, solo acuito dalla necessità di fare ricorso alla Dad.


di MARIA SQUILLARO





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