Crepet,"viviamo in una società di indifferenti, siamo tutti collegati ma in realtà non parliamo più". Il risultato è che le emozioni non ci sono più...

Crepet rilancia asserendo: piuttosto possiamo chiederci "in due anni di fidanzamento che cosa si sono detti questi...

Lo psichiatra Paolo Crepet in una breve intervista rilasciata durante la trasmissione "L'aria che tira" su La 7, in merito al caso dei due neonati seppelliti, arriva ad affermare che "siamo una società di indifferenti". È la conferma di un'assoluta totale indifferenza, viviamo in una società di differenti persone che vivono una monade. Siamo tutti collegati, siamo tutti soli, parliamo, ma in realtà non parliamo.

Alla domanda posta dal giornalista David Parenzo se "è possibile nascondere una gravidanza, anzi due per nove mesi" lo stesso Crepet rilancia asserendo: piuttosto possiamo chiederci "in due anni di fidanzamento che cosa si sono detti questi due ragazzi? "Di cosa hanno parlato? Quali sono stati gli argomenti delle cene e delle domeniche, delle passeggiate?"

Crepet racconta che quando a tavola capitava di non parlare la mamma gli chiedeva subito se qualcosa non andava. Quesito che doveva consumarsi nell'immediato, con la finalità di capire se vi erano problemi.

Con riferimento all'ultimo libro "Mordere il cielo" il giornalista formula la domanda "dove sono finite le nostre emozioni?". Senza indugio Crepet risponde che sono finite male, proprio non ci sono".

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Siamo all'età dell'atarassia, dell'insensibilità? Il rischio c'è, ed è sempre più concreto. Ai nostri giovani insegniamo a rimandare il momento di fare i conti con la vita vera. Li condanniamo a crescere fragili e spaesati. Rivendichiamo una scuola senza voti, riscriviamo per loro fiabe in nome del «politicamente corretto», privandoli della possibilità di far maturare le loro emozioni...

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di LA REDAZIONE

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