CREPET, “La vera amicizia è quando tu stai male e l’altro arriva anche alle 3 di notte”
- La Redazione
- 10 mag
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 12 mag
In un mondo che confonde i follower con gli amici veri, riscopriamo il valore autentico dell’amicizia, fatta di empatia, presenza e ascolto sincero...

Quante volte ci siamo interrogati sul tema dell’amicizia? Oppure quante volte ci siamo chiesti se una persona è davvero un amico fidato o è al nostro fianco per secondi fini? I social a tal riguardo ci hanno confuso, perché ci hanno lasciato credere che avere centinaia, migliaia di “amici” equivale ad averli anche nella realtà ma purtroppo non è così. Uno dei temi scolastici proposti sin dai primi anni di scuola dalle maestre è da sempre “Cos’è per te l’amicizia?”.
Per Matilde, 7 anni, l’amicizia è “il suo migliore amico Domenico”. Uno solo, fidato. Ma sulla base di cosa Matilde ha scelto Domenico come suo migliore amico? Certamente sull’empatia, sulla condivisione, sull’affetto: elementi essenziali per costruire un rapporto di amicizia. Paolo Crepet, noto psichiatra e sociologo, in una recente conferenza ha espresso la sua opinione proprio sul tema dell’amicizia. L’esperto, riferendosi a quanto accade sui social, ha dichiarato:
“ Tutti amici. 700/800 amici. Quali amici. L’amicizia è quella? O l’amicizia è quella che quando stai male arrivi anche alle 3 di notte? Io ho imparato la seconda. E son pochi, non sono 800. Son 2 o 3 quelli giusti, quelli buoni, quelli che ti han seguito tutta la vita, quelli che sono venuti con te a qualche funerale, mezzo matrimonio, quelli son gli amici. Perché qualcuno si prende la briga di prendere quella parola e volgarizzarla, come si permettono?”.
Come non essere d’accordo? Dovremmo tutti fermarci e riflettere: chi chiameremmo, davvero, alle 3 di notte? Chi risponderebbe con premura e senza esitazione? E ancora: chi possiamo chiamare per condividere un successo, certi che sarà felice per noi e non invidioso?
Le risposte non sono nei like o nei follower. Le troviamo nei gesti semplici, nelle presenze costanti, in chi ci ascolta senza giudicare e ci aiuta a riflettere. In chi non ci abbandona nei momenti difficili, ma resta accanto a noi anche quando non siamo brillanti o convenienti.
La concezione di amicizia è cambiata. Oggi, tra i giovanissimi, i rapporti sono spesso fragili, basati su interessi, visibilità, utilità. L’amicizia diventa un bene di consumo: si spezza, si cancella, si sostituisce con la facilità con cui si cambia una maglietta.
Ma l’amicizia vera non è usa e getta.
Forse dovremmo tutti tornare un po’ bambini, come Matilde. Scegliere con il cuore. Fidarsi dell’empatia. Coltivare l’essenzialità. Fare una passeggiata, guardare un tramonto, raccontarsi in silenzio. Perché l’amicizia, come l’amore, non vive nel lusso, ma nella verità di un abbraccio, in una risata condivisa, in un “ci sono” sussurrato nel momento giusto.
di Natalia Sessa