"Tutti vogliono e devono sapere tutto, anche a costo di ignorare i diritti basilari dei figli: quello di andare a scuola..."
Spesso i genitori non sanno neppure dove vadano i figli la sera: non si ha più la forza di opporsi e ci si limita a prenderne atto. “Un’inusitata libertà viene concessa contemporaneamente a una spasmodica voglia di controllo”, così lo psichiatra pone in risalto questa strana contraddizione. Si dovrebbe trascorrere del tempo con i propri figli per poter dialogare e ridere assieme, conoscerli nel profondo della loro anima, comprendere bene quali possano essere le loro necessità, i loro bisogni, ma soprattutto quali siano i loro sogni e le loro ambizioni.
Genitori ed insegnati, nel loro ruolo guida, dovrebbero accrescere il senso di responsabilità di questi giovani ragazzi, garantendo loro una certa autonomia: occorre rieducare all’autodeterminazione così che ogni scelta possa essere sempre ponderata e così da vivere ogni istante con passione e coraggio, senza mai volgere lo sguardo indietro ma sempre e solo in avanti per poter costruire un futuro radioso senza alcun rimpianto.
Non si ha il coraggio di chiedere al proprio figlio 13enne dove vada alla sera quando esce e si ha invece la presunzione e la sfrontatezza di conoscere quell’adolescente solo attraverso un registro elettronico, attraverso un controllo che non serve e che anzi non permette alle nuove generazioni di formarsi serenamente, senza alcun ostacolo.
Infatti secondo Crepet vige il “Tutti vogliono e devono sapere tutto, anche a costo di ignorare i diritti basilari dei figli: quello di andare a scuola impreparati assumendosene le responsabilità, di pensare che quel luogo appartiene a loro e non all’invadenza familiare”.
Lo psichiatra incalza affermando che: “il registro elettronico serve a non crescere, a vivere una quotidianità sempre sotto tutela, perennemente segnalati, trasformati in un bip che appare in uno schermo”.
Crepet manifesta tutto il suo disappunto al riguardo proprio a causa della bizzarra ed imbarazzante contraddizione dei genitori: hanno questa mania di controllo ma ignorano spesso se i propri figli sono felici o se, per qualche motivo, hanno smesso di esserlo.
Si tratta di un atteggiamento inadeguato: la scuola, luogo di primaria importanza per la formazione dei ragazzi, luogo dove ogni giovane studente dovrebbe poter prendere delle decisioni in autonomia e poi assumersi le proprie responsabilità così da imparare a crescere, perde tale funzione ed i genitori vogliono solo assecondare quel loro spasmodico desiderio di controllo.
Di La Redazione
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