Pacifico: "Prima dell’atto di indirizzo lo Stato sarebbe bene che tuteli mensilmente le retribuzioni dei lavoratori rispettando la legge applicando una indennità di vacanza contrattuale in linea con..."


Si avvicina il confronto tra sindacati e parte per definire il nuovo contratto collettivo di lavoro: durante un convegno svolto ieri a Roma, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha detto che è praticamente “pronto l’atto di indirizzo per il nuovo contratto” aggiungendo che l’amministrazione “intende eliminare il docente incentivato, che la Commissione Europea ci ha dato ampi margini” e che si intende “valorizzare invece” le figure del “docente tutor e orientatore”.
Il sindacato Anief, dopo la positiva risoluzione, lo scorso gennaio, del contratto di Istruzione, Ricerca e Università 2019/21 per il quale in questi giorni si è avviata la sequenza contrattuale, apprende certamente con animo positivo l’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito sul prossimo avvio di trattativa riguardante il Ccnl 2022-2024. Ma annuncia anche che preliminarmente all’avvio della trattativa serve più di qualcosa.
“Prima dell’atto di indirizzo – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – lo Stato sarebbe bene che tuteli mensilmente le retribuzioni dei lavoratori rispettando la legge applicando una indennità di vacanza contrattuale in linea con quanto previsto dalle norme vigenti: da una prima stima, rispetto alla proposta dei 160 euro di aumento, mancano ancora quattro volte il soldi di arretrati a dicembre, pari a migliaia di euro, e quattro volte di aumenti mensili, pari a 240 euro mensili. Per questo motivo i nostri ricorsi rimangono in vita e, anzi, vengono rilanciati”.
“Messa a posto quella situazione – dice ancora Pacifico – , a quel punto saremo pronti e consapevoli che questa tornata contrattuale dovrà migliorare quella passata: ci siamo posti diversi obiettivi da raggiungere, sia per valorizzare il personale, introducendo ulteriori figure professionali e forme di carriera, sia migliorando le norme a tutela dei diritti dei lavoratori docenti e Ata, sia incentivando di più il personale, con indennità adeguate, ricordando sempre che occorre assolutamente pareggiare almeno l’inflazione e ripartire poi con un aumento che si possa denominare tale. Se questi sono i presupposti e gli obiettivi anche di chi amministra la scuola, allora vorrà dire che parleremo la stessa ‘lingua’; in caso contrario, sarà nostra premura non arretrare di un millimetro, perché – conclude Pacifico – su diritti da salvaguardare, professionalità da tutelare e stipendi da aumentare l’ora dell’attesa è finita”.
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di LA REDAZIONE
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