Francesco è un bambino di otto anni che solo per il fatto di essere “iperattivo” è stato definito “ritardato” e bullizzato. La mamma denuncia.
“Vorreiprendereiltreno ETS racconta’’
Dopo anni di battaglie a favore della convivenza, ci tocca purtroppo ancora leggere storie come questa. E se questo succede ad un bambino, senza disabilità che solo per il fatto di essere “iperattivo” viene definito “ritardato” e bullizzato, cosa ci si può aspettare quando invece è presente una disabilità?
Teatro dell’episodio una scuola della provincia di Cosenza. Francesco, terza elementare, manifesta un disagio e quindi la sua mamma chiede il cambio di sezione e la dirigente scolastica acconsente, ritenendo valido il motivo del cambiamento. Francesco è bilingue, con un quoziente intellettivo notevolmente superiore alla media e causa di un'iperattività diagnosticata, è stato etichettato, nella precedente classe, come «il ritardato».
Ma l’ingresso in aula per Francesco è traumatico: ad attenderlo neppure un compagno di classe. Dove sono gli altri bambini? Sono rimasti a casa... Atto deciso dai genitori, per manifestare la loro contrarietà all’inserimento di Francesco.
Non serve dire che l’episodio è di una gravità inaudita e priva di qualsivoglia giustificazione. Il dirigente scolastico non ha avuto remore nel rilascio del nulla osta al cambio di classe, segnale della presenza di validi motivi alla base della richiesta di spostamento. E adesso, alla luce dell’accaduto, ha già annunciato l’avvio di una procedura interna per la verifica di eventuali coinvolgimenti del personale docente in questa brutta storia, non escludendo l’applicazione di provvedimenti disciplinari.
Questa la denuncia della mamma di Francesco:
“Una situazione umanamente offensiva anche per la classe docente, svilita e vinta da condotte che saranno altresì denunciate alle autorità competenti. Mio figlio ha un quoziente intellettivo rilevato dai test dell’apprendimento e cognitivi superiore al 75 percento della media per bambini della sua età. Gli è stata diagnosticata una iperattività: in altri termini il suo cervello corre velocissimo, le gambe di riflesso altrettanto. È un bambino bilingue: parla inglese come prima lingua, italiano come seconda. Svolge conti a mente con velocità impressionante. Ha l’orecchio assoluto, suona tutti gli strumenti senza conoscere la musica. Eppure nella sua precedente classe è stato bollato come “il ritardato”. Ha frequentato la prima e la seconda conseguendo ottimi risultati di profitto e didattici, subendo però sempre il leit motiv di questa iperattività che avrebbe rappresentato disturbo per la classe intera. Dopo numerosi e ripetuti tentativi di approccio positivo al contesto classe di appartenenza, e dopo aver tentato di spiegare a più riprese alla classe docente tutta, che la commissione Inps non ha mai potuto rilasciare una certificazione di invalidità poiché Francesco non ne ha i requisiti, in seguito alla pressante e ripetuta richiesta da parte degli insegnanti di affiancare al piccolo un educatore specializzato nel sostegno, ho deciso di spostarlo in un’altra sezione. Nello spirito “dell’inclusione” Francesco è rimasto solo nella sua nuova classe rimasta vuota: vi è rimasto con coraggio per tutta la mattina nella consapevolezza, da parte mia, che si tratta di un comportamento messo in atto obbligarlo ad andare via. Registro che un gruppo di adulti si è coalizzato contro un bambino di otto anni. Registro pusillanimità, pochezza e cattiveria e comunico a quanti ancora non lo sapessero che la scuola è un diritto, e lo è anche la serenità. Sappiano queste persone che mio figlio frequenterà ogni giorno la scuola che abbiamo scelto, anche a costo di imparare a nostre spese che, contro l’ignoranza, purtroppo nessuno può vincere”.
Francesco siamo tutti con te! La scuola è un diritto per tutti! Essere ignoranti è una scelta ma tu non devi assolutamente pagare per questo! Vorreiprendereiltreno
di LA REDAZIONE
contatti: redazione@ascuolaoggi.it - info@ascuolaoggi.it
Kommentare