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Autonomia differenziata: è incostituzionale. Anief unico sindacato tra i rappresentativi a intervenire nel giudizio in difesa delle competenze esclusive sull'istruzione

"Per la prima volta abbiamo assistito in Corte Costituzionale allo scontro tra Regioni (Campania, Sardegna, Puglia, Toscana) contro Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto) come se l'autonomia differenziata possa essere..."

La Corte, nell’esaminare i ricorsi delle Regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, le difese del Presidente del Consiglio dei ministri e gli atti di intervento ad opponendum delle Regioni Lombardia, Piemonte e Veneto, ha ravvisato l’incostituzionalità dei seguenti profili della legge: la possibilità che l’intesa tra lo Stato e la regione e la successiva legge di differenziazione trasferiscano materie o ambiti di materie, laddove la Corte ritiene che la devoluzione debba riguardare specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola regione, alla luce del richiamato principio di sussidiarietà; il conferimento di una delega legislativa per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni

concernenti i diritti civili e sociali (LEP) priva di idonei criteri direttivi, con la conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento; la previsione che sia un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dPCm) a determinare l’aggiornamento dei LEP;- il ricorso alla procedura prevista dalla legge n. 197 del 2022 (legge di bilancio per il 2023) per la determinazione dei LEP con dPCm, sino all’entrata in vigore dei decreti legislativi previsti dalla stessa legge per definire i LEP; la possibilità di modificare, con decreto interministeriale, le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali, prevista per finanziare le funzioni trasferite, in caso di scostamento tra il fabbisogno di spesa e l’andamento dello stesso gettito; in base a tale previsione, potrebbero essere premiate proprio le regioni inefficienti, che – dopo aver ottenuto dallo Stato le risorse finalizzate all’esercizio delle funzioni trasferite – non sono in grado di assicurare con quelle risorse il compiuto adempimento delle stesse funzioni; la facoltatività, piuttosto che la doverosità,

per le regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, con conseguente indebolimento dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica; l’estensione della legge n. 86 del 2024, e dunque dell’art. 116, terzo comma, Cost. alle regioni a statuto speciale, che invece, per ottenere maggiori forme di autonomia, possono ricorrere alle procedure previste dai loro statuti speciali.

“Per la prima volta abbiamo assistito in Corte Costituzionale allo scontro tra Regioni (Campania, Sardegna, Puglia, Toscana) contro Regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto) come se l'autonomia differenziata possa essere un giano bifronte: un pericolo immanente o una risorsa preziosa per lo sviluppo dei territori della nostra nazione. Una autonomia che, se, già oggi, non permette alle Regioni a statuto speciale nemmeno di poter derogare al dimensionamento scolastico deciso dal Governo, con la riforma vorrebbe lasciar gestire ai Governatori delle Regioni a statuto ordinario dei livelli di prestazione essenziali per l'istruzione e il diritto allo studio, non garantiti nella realtà fattuale pienamente nemmeno dallo Stato.

Come Anief, unico sindacato tra i rappresentativi, intervenuto con gli avvocati Miceli Walter e Nicola Zampieri in giudizio, vogliamo perseguire la coesione economica, sociale e territoriale nello spirito della direttiva europea, rivendichiamo parità di trattamento e pari opportunità dei nostri cittadini in ogni parte del nostro Paese, chiediamo un sistema nazionale di istruzione che valorizzi il lavoro del personale scolastico e gli permetta di realizzarsi con maggiori risorse economiche statali e non tagli in base ai bilanci regionali ad oggi insufficienti per garantire diritti elementari quali l'assistenza agli alunni con disabilità, la mensa, il tempo prolungato, il successo formativo. Per queste ragioni siamo intervenuti come amicus curiae e abbiamo assistito con interesse al dibattimento durante l'udienza pubblica. Siamo per l'istruzione di tutte e di tutti”, ha concluso soddisfatto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.

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di LA REDAZIONE


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