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Apertura scuola il 1 ottobre? Per il bene della didattica e per la salute di tutti è auspicabile. Ragioni e posizioni politiche

Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato rappresentativo Anief, ha ribadito che l’apertura della scuola posticipata apporterebbe benefici alla...

Dopo i numerosi appelli, affinché quest'anno il suono della prima campanella potesse essere posticipato per l'emergenza climatica in atto, arriva il no del ministro Valditara ( CLICCA QUI ). In aule non climatizzate e con un numero elevato di alunni, mettiamoci che una percentuale di scuole necessita di interventi strutturali ordinari e straordinari, sarà difficile fare didattica con 30/40 gradi. C'è da dire che, almeno per il prossimo anno, bisogna tener conto della conformazione geografica dell'Italia ed effettuare scelte dedicate, non si può guardare gli altri paesi per copiarne usi e costumi. È un fare che non funziona.


Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato rappresentativo Anief, ha ribadito che l’apertura della scuola posticipata apporterebbe benefici alla didattica, oltre a salvaguardare la salute di coloro che sono costretti a trascorrere molte ore in classi non climatizzate e spesso sovraffollate.

“Tra il 1963 e il 1977 si tornava in classe il 1° ottobre. Dopo 50 anni, nel 2024, con +4 gradi di aumento medio stagionale della temperatura la scuola riapre il 12 settembre. Anief si chiede il perché di tutto ciò. Per noi sarebbe indispensabile ripristinare le 3 ore tagliate nel 2015 come tempo scuola”, ha detto il sindacalista autonomo.

Perché essere contrari alla proposta Anief di riaprire le scuole il 1° ottobre, recuperando le tre ore settimanali cancellate dal 2009 così da non doverle chiudere dopo? Sono trascorsi 50 anni e con classi pollaio e la maggior parte non climatizzate abbiamo anticipato di tre settimane il calendario scolastico”.

Il punto - continua Pacifico - come abbiamo denunciato nei giorni scorsi è che ancora non si è riusciti a mettere le scuole al passo nonostante i fondi stanziati nel Pnrr. La maggior parte dei nostri edifici scolastici non è in grado neanche di fronteggiare le sfide sismiche che possono verificarsi. È chiaro che, a fronte di tanti interventi che sarebbero necessari, la climatizzazione delle aule sia molto difficile.

Ecco perché bisognerebbe lasciare al buon senso non solo la determinazione del calendario scolastico, ma anche iniziare a pensare al “buon tempo a scuola“, dato non dal numero di ore che si trascorrono in aula ma dal tempo dedicato alla buona didattica."

L'auspicio è quello che si possa tener conto delle serie difficoltà in cui si troveranno docenti ed alunni e che possa quindi vivere un "Pensiero meridiano". Pensiero Meridiano è un saggio consigliabile che offre una visione nuova dei luoghi e delle potenzialità dei territori.


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di Eugenio Piemontese




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