Pacifico: "Si tratta dell’indennità di vacanza contrattuale prevista per legge, pari a circa 60-70 euro al mese a seconda del profilo e anzianità di servizio''
Nella scuola, con lo stipendio di gennaio 2024 arriverà per tutti gli insegnanti e Ata l’anticipo degli aumenti: si tratta dell’indennità di vacanza contrattuale prevista per legge e pari a circa 60/70 euro al mese, a seconda del profilo e anzianità di servizio. Mentre l’applicazione degli arretrati della medesima indennità, prevista a dicembre, non si applicherà a tutto il personale ma solo al personale di ruolo La contraddizione è stata denunciata da Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Il sindacalista autonomo ha percorso tutto l’iter che ha portato il Governo a dare circa 2 miliardi solo ai lavoratori della scuola: “Da aprile del 2022 – ha detto il presidente Anief – i dipendenti della scuola hanno una voce nel cedolino dello stipendio chiamata "indennità di vacanza contrattuale'', poi da luglio 2022 è sempre la stessa cifra che varia tra i 6 e i 10 euro. La legge, però, prevede che debba essere pari al 50% rispetto all’inflazione programmata e non lo era affatto: lo scorso anno Anief lo aveva fatto notare, ma il Governo non aveva voluto tenere conto dell’adeguamento dell’indennità”.
“Noi – ha continuato Pacifico - ci siamo battuti ancora per avere l’adeguamento rispetto all’inflazione, anche con le diffide, proprio per assegnarli come indennità rispetto al caro vita complicato dalla guerra in Ucraina. Adesso è stato deciso di dare al personale un primo riallineamento, a dicembre con un assegno al personale di ruolo da 650 a 1.300, per compensare il passato: solo che si tratta di una cifra ridotta e noi non ci stiamo, per questo proponiamo a tutti il ricorso in tribunale. Come pure consigliamo ai precari di presentare un ricorso specifico, al fine di godere della cifra forfettaria, visto che la legge prevede la loro esclusione”.
“Di contro – ha ancora detto il leader Anief - dalle bozze della Legge di bilancio risulta che da gennaio 2023 tutti i docenti, stavolta anche i precari, avranno mensilmente una voce, sempre l’IVC, pari finalmente a circa 60/70 euro al mese, mentre oggi, ricordo, è di circa 10 euro. Si tratta di una scelta, quella di assegnare l’indennità aumentata anche ai supplenti, che conferma quanto sosteniamo: siccome non c’era soldi, i precari avranno l’indennità nel 2024 ma non avranno gli arretrati. Vorrà dire che sarà il giudice, applicando il principio della parità di trattamento, a farglieli recuperare: si tratta solo di attendere un po’ di tempo, però poi verranno riconosciuti gli stessi diritti degli altri, sempre e solo però a chi farà ricorso perché il giudice non può cambiare la legge”.
Il Governo ha presentato anche una bozza della riforma fiscale: “Da quello che abbiamo interpretato – ha commentato il presidente - il personale della scuola dovrebbe accedere anche ai benefici riguardanti il cuneo fiscale, perché in larga maggioranza non superano la soglia dei 35.000 euro”. Pacifico ha anche commentato la mancata firma definitiva sul contratto nazionale 2019/21, dopo il via libera dei sindacati a luglio: “Intorno a metà novembre dovremmo avere l’ok degli organi di garanzia. Si tratta di un nuovo contratto che porterà non più di 10-12 euro netti ai docenti, 6/7 euro medi al personale Ata, dopo che il 95% degli aumenti era stato applicato a dicembre 2022, ma soprattutto andrà a migliorare le condizioni di lavoro di molti lavoratori della scuola: porterà, ad esempio, tre giorni di permesso pagato al 100% ai supplenti annuali e la carriera del personale Ata”.
“Sull’organico aggiuntivo, Anief si sta battendo – ha assicurato il sindacalista - perché vi sia un collaboratore scolastico per ogni scuola. E per gli istituti scolastici medio-grandi anche un assistente amministrativo in più. Sul precariato non si possono continuare a chiamare oltre 100.000 precari ogni anno: bisogna assumere i lavoratori docenti con il doppio canale di reclutamento, direttamente anche da seconda fascia Gps. La continuità didattica passa da lì, come pure dalla trasformazione di tutto l’organico di fatto in organico di diritto”.
di VALENTINA ZIN
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